Eva ha messo tra parentesi la sua vita professionale e tutte le sue ambizioni personali per dare alla luce Kevin. Eppure la comunicazione tra lei e suo figlio è piuttosto complessa sin dall'inizio e quando Kevin ha 16 anni, finisce per commettere l'irreparabile. Eva si interroga allora sulle sue responsabilità e ripercorrendo le tappe della sua vita con suo figlio tenta di comprendere cosa avrebbe dovuto fare diversamente.
Note
Non si parla di Kevin, qui: si dà forma puramente cinematografica al paesaggio emotivo di un personaggio, all’essenza insieme sublime e terrificante della maternità, allo strazio di un senso di colpa che non si sa quantificare, alla lotta tra il canone morale e il sentimento intimo. Alle piccole morti quotidiane che seguono il trauma. La conseguenza è ovvia: ogni gesto di Tilda Swinton umilia interi manuali di psicologia.
Da un romanzo di Lionel Shriver. Presentato in anteprima al Festival di Cannes 2011, come i precedenti film della Ramsay, ha convinto la critica. La Ramsay è stata candidata a un BAFTA (miglior regista) e ha vinto il British Independent Film Award per la regia, oltre a un premio per la miglior sceneggiatura al Writer’s Guild of Great Britain.
Potete anche non applaudire ma chiedetevi questo; sareste venuti a vedermi se avessi preso dieci in geometria?
Impressionante biografia di un omicida adolescente. Il rifiuto di una trama lineare, abilmente condotto, lascia più margine di lavoro e di interpretazione allo spettatore.
Costruito tutto sugli incubi reali, sulle associazioni di pensiero, sui ricordi e le emozioni riportate a galla da un gesto, un movimento, una parola o da una pennellata di colore, è un film a incastri che ci costringe a seguire il doloroso percorso della protagonista fin dentro l’abisso in cui si trova relegata senza più alcuna via d’uscita.
Dal lato Interpretativo la visione si fa interessante ma dal lato puramente visionabile e di godibilita' della pellicola e' tremendamente pesante stargli dietro.voto.2.
E’m un affare complesso essere genitore… (...) e sulla relazione madre-figlio c’è ancora odore di tabù… forse è proprio uno degli ultimi tabù rimasti. Si suppone che tu debba amare tuo figlio dal primo momento in cui è nato, ma se non succede? Amo le dinamiche di genere e ho creduto che questa fosse una buona chance per ibridare il… leggi tutto
Voto 6/7 Tecnicamente buono...ed angosciante , sopratutto per chi come me è madre, ma non solo , perchè le vicende narrate in questo film potrebbero, anzi, lo sono state purtroppo, cronaca vera ed hanno coinvolto intere comunità. Quello che è stato messo in evidenza dai più, è il fatto che la storia di questo ragazzo e quindi del suo gesto di follia sia da mettere in relazione… leggi tutto
"I'll give you my gun when you pry (or take) it from my cold, dead hands."
“Guns” è un mini-saggio lampo, un instant essay, di un’intelligenza, ponderatezza, buon senso, ragionevolezza…
Era ancora in fasce il piccolo Kevin, ma già aveva le sue predilezioni e le sue idiosincrasie: si capiva benissimo che non poteva soffrire la madre Eva (Tilda Swinton), forse perché troppo ansiosa, e che tutto il suo affetto era per il padre Franklin (John C Reilly), molto più sereno e compiacente. Era stato proprio Franklin a…
Tutti i bambini, tranne uno.
Una villetta come tante e, al suo interno, un tavolo da pranzo che prospettica metafora ha reso più lungo di quanto dovrebbe essere. E nulla a rimedio, niente. Persino…
Il ventre gravido, simbolo supremo di fertilità e vita. Ma anche anomalia sproporzionata della sublime esattezza matematica di un corpo, orrenda protuberanza (cfr. Il ventre dell'architetto di Peter…
Quando scopre di essere incinta, Eva deve scegliere di mettere da parte le sue aspirazioni professionali e, su proposta del marito, di trasferirsi in provincia, lasciando New York. Queste scelte difficili in qualche modo cominciano ad indirizzare il rapporto col figlio, che alla nascita verrà chiamato Kevin. Il rapporto tra madre e figlio è sin da subito molto conflittuale, Kevin…
Alla base di E ora parliamo di Kevin c'è una domanda fondamentale: in che misura i genitori possono influenzare la personalità dei loro figli, o meglio, in che misura una determinata educazione può formare un individuo? Kevin cresce una famiglia normale, niente pare mancargli. I genitori si prendono cura di lui, la madre cerca in tutti i modi di creare un rapporto, con il…
Dove eravamo rimasti?... Cahiers du Cinéma, si diceva: dopo Resnais e Rivette tocca ora a Rohmer guidarci alla scoperta dei suoi gusti e delle sue recensioni così come sono apparse sui Cahiers negli anni…
E ora parliamo di Kevin potrebbe essere tradotto tramite due chiavi di lettura. La prima ben più realista legata al percorso psicologico di Kevin tramite una piramide di interrogativi: Perché Kevin odia sua Madre? Perché è così cattivo, per non dire diabolico? Interrogandoci poi su quanto le frustrazioni di Eva, la cui improvvisa…
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Commenti (7) vedi tutti
Da un romanzo di Lionel Shriver. Presentato in anteprima al Festival di Cannes 2011, come i precedenti film della Ramsay, ha convinto la critica. La Ramsay è stata candidata a un BAFTA (miglior regista) e ha vinto il British Independent Film Award per la regia, oltre a un premio per la miglior sceneggiatura al Writer’s Guild of Great Britain.
leggi la recensione completa di laulillaVoto 7/8 oggettivo/soggettivo
commento di paolofefeMaledettismo iperstilizzato, personaggi senz'anima nè credibilità.
commento di Utente rimosso (SillyWalter)Potete anche non applaudire ma chiedetevi questo; sareste venuti a vedermi se avessi preso dieci in geometria? Impressionante biografia di un omicida adolescente. Il rifiuto di una trama lineare, abilmente condotto, lascia più margine di lavoro e di interpretazione allo spettatore.
commento di michelCostruito tutto sugli incubi reali, sulle associazioni di pensiero, sui ricordi e le emozioni riportate a galla da un gesto, un movimento, una parola o da una pennellata di colore, è un film a incastri che ci costringe a seguire il doloroso percorso della protagonista fin dentro l’abisso in cui si trova relegata senza più alcuna via d’uscita.
leggi la recensione completa di (spopola) 1726792Un disturbante ritratto madre-figlio, con la migliore performance della carriera di Tilda Swinton.
leggi la recensione completa di Gabriele_LasDal lato Interpretativo la visione si fa interessante ma dal lato puramente visionabile e di godibilita' della pellicola e' tremendamente pesante stargli dietro.voto.2.
commento di chribio1