Regia di Lamberto Bava vedi scheda film
Una giovane attrice in cerca di lavoro fa un provino con un regista sulla cresta dell'onda; se ne innamora e comincia così una relazione con lui. Ma ben presto la ragazza si rende conto che qualcosa non va nel mondo del regista.
Un filmettino da poco, poco impegno e poco budget, ambientato nel mondo del cinema 'estremo', ben oltre le soglie mai sperimentate dallo stesso Lamberto Bava anche nel suo periodo migliore, gli anni Ottanta, quando - grazie alla complicità del nome paterno - si era creato una discreta fama nel circuito di serie A del thriller/horror italiano: The torturer è un lavoro che da un lato lascia abbastanza perplessi (da Bava ci si aspetterebbe di meglio, quantomeno), ma dall'altro fa ben sperare. Perchè il regista da ormai quindici anni aveva abbandonato il genere in cui riusciva a dare del suo meglio, per frequentare esclusivamente l'ambiente delle fiction televisive, fomentato in questa scelta dal grande successo della serie fantasy di Fantaghirò (1991-1996). Ecco quindi l'importanza capitale di questa pellicola, che di per sè come detto è poca cosa, ma apre la strada per un prodotto ben più rifinito e incisivo come il seguente Ghost son (2006), il ritorno all'horror cinematografico vero e proprio; The torturer è infatti - per luci, scene, dialoghi, recitazione - decisamente più affine alla forma televisiva o perlomeno adatto alla strategia direct-to-video, del noleggio senza passare dalla sala cinematografica. L'incursione nel territorio dello snuff è banalotta e la sceneggiatura di Diego Cestino, Andrea Valentini e del regista sembra un po' tirata via, ma è tratta da un soggetto di un trio glorioso per il cinema di genere nostrano: Luciano Martino, Dardano Sacchetti, Michele Massimo Tarantini. Nel cast non compare alcun nome degno di nota e la recitazione lo dimostra ampiamente; violenza e tensione sono mantenute ai minimi sindacali, con un occhio anche all'erotismo. 2,5/10.
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