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Il ragazzo con la bicicletta

Regia di Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne vedi scheda film

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La recensione su Il ragazzo con la bicicletta

di hupp2000
8 stelle

In almeno tre o quattro momenti, questo film mi ha fatto venire il classico nodo in gola. Il dodicenne Cyril (Thomas Doret) vuole a tutti i costi rintracciare l’immaturo padre (Jérémie Renier), che lo ha affidato ai servizi sociali belgi. Verrà aiutato da Samantha (Cécile de France), una giovane parrucchiera incontrata per puro caso. Il ragazzo riuscirà nel suo intento, ma sarà solo l’inizio di una serie di peripezie durissime. I fratelli Dardenne affrontano ancora una volta il tema delle relazioni tra genitori e figli, tra adulti e minorenni, introducendo però alcune novità e differenze rispetto ai precedenti e pessimistici “Rosetta”, “Le fils” e “L’enfant”. A dispetto di una vicenda dai risvolti drammatici, infatti, il finale che ci si attende disperato resta aperto, lasciando spazio ad un barlume di speranza. Lo testimonia anche il fatto che, per la prima volta, i due registi girano un film in piena estate, conferendo alle immagini una luminosità rara nel paese di oltre duecento giorni di pioggia all’anno. Il sorprendente Thomas Doret, qui alla sua prima esperienza cinematografica, è protagonista assoluto della storia. Gli autori non lasciano trapelare alcunché sull’assenza della madre, sfiorano appena la figura del padre, non tentano neppure di spiegare la ragione del coinvolgimento di Samantha. Il suo personaggio è certamente fondamentale nell’economia della narrazione, ma resta defilato rispetto a quello di Cyril. Cécile de France, compatriota dei due registi, dichiara di esserne stata sempre attratta: “Adoro il loro modo di mostrare la realtà e la società. Inoltre, i fratelli Dardenne sono il Belgio! Ritengo che sappiano filmare con infinita sottigliezza il nostro paese e sono stata molto onorata quando mi hanno invitata a raggiungere il loro universo” (Tradotto da una sua intervista sul sito Allociné.com). Durante l’intero film, l’attrice belga più corteggiata dal cinema francese sembra non perdere mai di vista il fatto che il vero protagonista è Thomas Doret, mentre il suo compito consiste nel mettersi al servizio della storia raccontata. Ciò non le impedisce ovviamente di offrire una prestazione di altissimo livello, con punte di autenticità e di coinvolgimento emotivo che non possono lasciare indifferente anche il più freddo e più insensibile degli spettatori. Raramente Jean-Pierre e Luc Dardenne fanno ricorso ad attori di fama addirittura internazionale come Cécile de France, ma qui l’attrice trova una collocazione perfetta, un po’ per la sua leggera inflessione belga, ma soprattutto per essere cresciuta non lontano dai luoghi in cui si svolge l’azione. Nel film sono presenti alcuni evidenti rimandi al grande cinema di François Truffaut, dai percorsi in bicicletta di Cyril e Samantha (“Jules et Jim”), alla drammatica caduta del ragazzo da un albero (l’indimenticabile “Grégory ha fatto boom” in “L’argent de poche”). Certamente una delle opere più riuscite della pluripremiata coppia di registi, un film che commuove e fa riflettere.

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