Regia di Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne vedi scheda film
I fratelli Dardenne continuano nel loro rigoroso percorso con questo 'Ragazzo con la bicicletta' - ma il termine 'gamine' in originale significa monello - che strappa ancora un meritato premio a Cannes, dove il duo belga ha già ottenuto due Palme d'Oro.
Ancora una volta essi narrano una storia sgradevole di infanzia abbandonata, con il consueto stile antiretorico, fatto di pedinamenti con macchina a mano a distanza ravvicinata dell'attore in campo e quasi totale assenza di musica.
Come nel precedente 'Il matrimonio di Lorna' il finale sembra positivo ma, improvvisamente, prende una svolta tragica, per poi cambiare ancora definitivamente, dando al tutto un tocco quasi favolistico.
L'unico personaggio un po' debole è, a mio avviso, il delinquente che convince Cyril a compiere un atto criminoso che porterà conseguenze impreviste.
Grazie alla guida dei due registi il giovane Thomas Doret, all'esordio sul grande schermo, fornisce una straordinaria prova nel ruolo dell'incontenibile bambino determinatissimo - come tutti gli antieroi dardenniani - nel perseguire i suoi obiettivi, usando tutti i mezzi a sua disposizione, mentre altrettanto bravi sono Cecile de France, parrucchiera che prende in affidamento Cyril e Jérémie Renier (anch'egli entrato nel cinema dei più importanti grazie a 'La promesse'), padre che fugge dalle proprie responsabilità.
Voto: 8.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta