Regia di Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne vedi scheda film
I fratelli Dardenne sono capiscuola di un cinema neorealista mitteleuropeo molto apprezzato e di indiscutibile valore, riconosciuto ogni volta al Festival di Cannes che li ospita puntualmente e dove fanno incetta in ogni occasione di un premio da parte della giuria.
I Dardenne ci rappresentano questa volta, mantenendo sostanzialmente il loro stile scarno - movimentato in questa occasione piuttosto felicemente da una macchina da presa piu’ agile e da una colonna sonora kieslowskiana per loro davvero sorprendente - una favola di un bambino abbandonato da un padre problematico ed immaturo, e il suo provvidenziale incontro con una fatina bionda, dalle doti redentrici e l’aria sofferente.
La tragedia e’ sempre dietro l’angolo, anche grazie alle tentazioni di una societa’ alla deriva da valori umani, solidarieta’ e senso di responsabilita’; il bene e il male infatti non sono mai netti e delineati, se anche le vittime reagiscono, e con piu’ ferocia dei loro aggressori.
Un nuovo piccolo-grande tassello nella produzione di una tra le piu’ grandi “coppie” di registi del nostro tempo.
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