Cyril ha solo 12 anni e un'idea fissa: ritrovare suo padre che lo ha lasciato provvisoriamente in un istituto per l'infanzia. Sulla sua strada trova per caso Samantha, che ha un negozio di parrucchiera e che accetta che lui resti da lei durante i fine settimana. Cyril non è però in grado di apprezzare e comprendere l'amore che questa donna gli offre, accecato dalla collera e dai sentimenti di abbandono.
Note
Il film ha concentrazioni di drammaticità da horror: la messa in scena della più minacciosa delle fobie - l’abbandono - è compiuta con una radicalità che solo gli intellettuali cattolici, per professione indagatori del Male, possono permettersi. Nonostante tutto, però, il segreto più dolce del film è in quel titolo. La bicicletta, per due registi che si sentono eredi anche del Neorealismo, evoca il più famoso film italiano con il quale Vittorio De Sica diede forma al mistero più toccante, quello per cui un adulto, e un bambino - come scoprirà Samantha - sentono misteriosamente di non poter fare l’uno a meno dell’altro.
È quasi una denuncia dell’ irresponsabilità dei padri, lo stesso tema di L’enfant, e di altri film dei Dardenne, forse la "spia" dell’interesse dei due fratelli cineasti per un problema sempre meritevole di riflessione.
QUANDO I F.LLI DARDENNE INCONTRANO COMENCINI... PUR NON COLLOCANDOSI FRA I LORO MIGLIORI LAVORI IN ASSOLUTO, RESTA, INDUBBIAMENTE, UN FILM DI SPESSORE, L'ENNESIMO DEI DUE REGISTI BELGI CHE SAPPIA COLPIRE, CON FORZA E PRECISIONE, LA COSCIENZA E LA SENSIBILITA' DELLO SPETTATORE...
Adoro questa essenzialità e purezza dei Dardenne. Benché non si tratti di film da cassetta, la pochezza di mezzi è compensata dagli ottimi risultati. Bello il finale.
Dietro alla porta che ci imprigiona ce n'è un'altra anch'essa chiusa. Se lo sapesse, Cyril non si romperebbe più la testa e i suoi nervi temprati alla fuga diverrebbero polvere.
Certo per tanti bambini la vita diventa veramente difficile se non interviene qualcosa: meno male che questa volta è successo; gradevole, valeva proprio la pena.
Cyril (Thomas Doret) è un ragazzino di dodici anni che desidererebbe tanto vivere col padre (Jèrèmie Renier), ma questi lo ha “parcheggiato” in un istituto d’accoglienza per l’infanzia senza andarlo mai a trovare. Inoltre, ha cambiato casa senza fargli conoscere il nuovo indirizzo e fa progetti per il futuro con una donna che non prevedono affatto la… leggi tutto
Esponenti di un cinema realista e impegnato, i fratelli Dardenne hanno conquistato nel tempo il favore della critica e la fiducia di un pubblico serio e attento. A questo punto, però, hanno due alternative. La prima è quella di proseguire alla velocità di crociera raggiunta, con il merito della coerenza ma anche con il rischio della serialità. In questo senso "Il ragazzo con la bicicletta"… leggi tutto
Inizio ex abrupto, con una telefonata a un numero inesistente: un ragazzino parcheggiato in un istituto non si rassegna al fatto che suo padre è sparito senza dirgli nulla, e ci mette quasi metà del film prima di arrendersi all’evidenza di essere stato abbandonato. Fino a quel punto è il solito film dei Dardenne (famiglie disastrate, adulti irresponsabili, abbrutimento… leggi tutto
Al centro del racconto, come sempre per i due registi, il mondo degli ultimi: sullo sfondo un istituto–riformatorio dove vive il piccolo Cyril (Thomas Doret), dodicenne solo e in cerca del padre.
Di lui non sappiamo altro: nulla ci viene detto della madre; si accenna soltanto al fatto che la sistemazione in istituto del bambino era avvenuta al momento della…
I Dardenne fanno da sempre un cinema molto impegnato nel campo del sociale ed hanno avuto così la possibilità di esplorare, con le loro pellicole, tutti i campi della marginalità e del disagio portando in superficie problematiche importanti e spesso un po' traumatiche come quelle che si sono trovati ad affrontare con questo film (Gran Prix della Giuria a Cannes nel…
Io non faccio disanime neorealiste, surrealiste o volendo ricordare De Sica e la bicicletta. Esprimo un'opinione concentrata esclusivamente su quello che il film mi ha trasmesso. In questo caso c'è una buona trama mal sfruttata dal regista. Avrebbe dovuto maggiormente approfondire il rapporto padre/figlio e soprattutto quello tra la donna e il ragazzino. Gli ipersentimentalismi non mi…
Inizio ex abrupto, con una telefonata a un numero inesistente: un ragazzino parcheggiato in un istituto non si rassegna al fatto che suo padre è sparito senza dirgli nulla, e ci mette quasi metà del film prima di arrendersi all’evidenza di essere stato abbandonato. Fino a quel punto è il solito film dei Dardenne (famiglie disastrate, adulti irresponsabili, abbrutimento…
Chi è cresciuto in una famiglia normale, con due genitori che andavano d’accordo e che erano affettuosi con i figli, non sa la fortuna che ha avuto!
Cyril è un ragazzo che si trova in un centro per minori perché il padre non può occuparsene e, per di più, ha lasciato la casa, venduta la bicicletta di Cyril e ha fatto perdere le sue tracce al figlio che…
I fratelli Dardenne difficilmente sbagliano il colpo in canna, ed anche in questo riuscito film riescono a coniugare una storia non certo semplice da gestire con una leggerezza che non fa non desiderare anche nello spettatore più smaliziato l'arrivo dell'happy end. Passando da un abbandono all'altro, il giovane (e bravo) protagonista corre costantemente sulla sua bicicletta come a voler…
Una forza emozionale assoluta, in un film che non sbaglia nulla e che colpisce al cuore.
Lascia tutte le riflessioni e i commenti allo spettatore, che è trascinato in una situazione che non può non commuovere.
Cinema noerealista del XXI secolo (la bicicletta ritorna....)
Partiamo dall'Attrice messa un po' in 2° piano e cioe' quella Cecile De France che ho visto in una varia manciata di pellicole Francesi e che devo dire molto in gamba e anche sensuale in altri Personaggi Interpretati,qua invece risulta positiva in varie sequenze e brillante in altre.
Bene,le lodi finiscono qui perche' la visione della Pellicola pur scaturendo da una Storia che letta cosi'…
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Commenti (7) vedi tutti
È quasi una denuncia dell’ irresponsabilità dei padri, lo stesso tema di L’enfant, e di altri film dei Dardenne, forse la "spia" dell’interesse dei due fratelli cineasti per un problema sempre meritevole di riflessione.
leggi la recensione completa di laulillaToccante. 8
commento di BradyQUANDO I F.LLI DARDENNE INCONTRANO COMENCINI... PUR NON COLLOCANDOSI FRA I LORO MIGLIORI LAVORI IN ASSOLUTO, RESTA, INDUBBIAMENTE, UN FILM DI SPESSORE, L'ENNESIMO DEI DUE REGISTI BELGI CHE SAPPIA COLPIRE, CON FORZA E PRECISIONE, LA COSCIENZA E LA SENSIBILITA' DELLO SPETTATORE...
commento di DavideKingInk80Voto al Film : 7
commento di ripley77Adoro questa essenzialità e purezza dei Dardenne. Benché non si tratti di film da cassetta, la pochezza di mezzi è compensata dagli ottimi risultati. Bello il finale.
commento di sillabaDietro alla porta che ci imprigiona ce n'è un'altra anch'essa chiusa. Se lo sapesse, Cyril non si romperebbe più la testa e i suoi nervi temprati alla fuga diverrebbero polvere.
commento di michelCerto per tanti bambini la vita diventa veramente difficile se non interviene qualcosa: meno male che questa volta è successo; gradevole, valeva proprio la pena.
commento di fralle