Regia di Shion Sono vedi scheda film
Sequel e prequel contemporaneamente della "trilogia del suicidio" cominciata 4 anni prima con Suicide Club/ Suicide Circle. Il film è un epopea di emozioni, di invalicabili sentimenti privati. Si entra nell'intimo della vita. Si osserva da vicino l'individuo nelle sue sfaccettature, ora triste, ora felice, ora depresso, ora incerto, ora dubbioso, ora maturo, ora perplesso, ora disperso, ora malinconico, ora riflessivo, ora connesso. Sempre di connessione si parla, ma questa volta Sono ci svela cosa c'è dietro al Suicide Circle: nulla. I media travalicano la verità, la manipolano, suggestionano con poche informazioni, ci costruiscono dei castelli e ci invitano ad entrarvici. Non è questione di Suicide Club, è questione di connessione, con se stessi, con l'ambiente circostante, con gli altri, famiglia o amici. Connessione ad un ruolo, quello che scegliamo di intraprendere nella vita. Non v'è Genesis, non ci sono i Dessert kids e non v'è nessun suicidio di massa... vero, c'è un sito che ha a che fare con alcuni suicidi, ma vi sono anche altri tipi di sette e organizzazioni che non avendo nulla a che fare con i suicidi cercano di offrire ai variegati casi di hikikomori, alienati e depressi individui giapponesi, una via d'uscita, una nuova alba, un nuovo mondo. C'è chi educa dei disaddattati a fare gli attori, come figli di un finto padre a pagamento (e a tempo) o carnefici o vittime di un omicidio, la follia trapassa la veridicità. Noriko diventa Mitsuko, Yuka diventa Yoko e Kumiko diventa Ueno Station #54; queste le 3 ragazze protagoniste centrali di un film che narra dell'alienazione giapponese. Disarmante, desolante, tragico, ottimamente costruito nell'intreccio, questo film ci offre uno specchio di noi stessi attraverso l'inconscio dei protagonisti. Ciò che abbraccia tutta l'opera sono due fortissimi sentimenti, da una parte la disperazione più totale, dall'altra la speranza e l'amore. L'opera attraversa 24 mesi, mostrando ciò che accadde nei 6 mesi prima e nei 18 mesi dopo il suicidio delle 54 liceali alla stazione di Shinjiuuku. Lo scopo della nostra esistenza dev'essere quello di connetterci con la nostra coscienza, essere pronti a ricominciare dove sbagliamo e rimetterci in piedi ove siamo caduti, "siamo dei viaggiatori solitari in un deserto, bisogna proseguire nel vuoto con coraggio" ci svela uno sconosciuto in un bar attraverso Tetsuzo Shamabara. Non possiamo permetterci di perdere la vita a lamentarci e a rattristarci perchè un nuovo inizio è alle porte, basta superare la soglia ed entrare nella beatitudine, basta volerlo. Noriko, grazie al cielo, alla fine ritrova se stessa, ma dovranno succederne di tutti i colori prima che ciò avvenga. Non sappiamo mai cosa ci aspetta, l'unica cosa certa è che spesso nel caso e nel caos ci ritroviamo con noi stessi. La speranza esiste, basta crederci fermamente. Noriko ha scelto di dire sayonara al suo passato, e di ricominciare con il sorriso. Grande opera di Shion Sono che dimostra grande sensibilità e notevole tocco cinematografico col digitale.
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