Regia di Shion Sono vedi scheda film
"Ero stata condannata a morte fin dalla nascita."
Queste le parole della dodicenne Mitsuko che un giorno ha avuto la sventura di vedere i suoi genitori che facevano sesso.
Da qui una spirale di perversione e voyeurismo in cui il padre, anche preside della sua scuola,la costringe ad assistere agli amplessi con la madre da dentro la custodia di un violoncello modificata con un foro apposito. Poi siccome ancora la misura della perversione non è colma fa scambiare di posto madre e figlia .La madre,Sayuri, dentro il violoncello e la figlia a letto con il padre.
"O forse era mia madre a dover essere giustiziata e noi ci siamo scambiate di posto.
Mi sdraiai e divenni la mamma.Mi convinsi che io ero la mamma e la mamma era me.
Papà mi toccò e io divenni la mamma."
Improvvisamente Mitsuko diventa Sayuri,ognuna vive la vita dell'altra.Fino a che rimangono entrambe in vita.
Colpiti allo stomaco dalla storia di Mitsuki?
E'semplicemente il romanzo che sta scrivendo la paraplegica Taeko e che affonda le proprie radici nella memorie della propia vita passata.La sua casa editrice le affianca il giovane Yuji(definito dagli altri asessuato) e da qui il caos perchè il sogno interferisce continuamente con la realtà e Taeko si trova invischiata nelle proprie visioni( ulteriori riscritture del suo romanzo?) non arrivando più a distinguerle da quello che le sta accadendo realmente.
Quale la realtà e quale l'incubo? Chi esiste e chi no tra Sayuri,Mitsuko e Taeko?
Semplificando su questo enigma che viene costruito Strange Circus,la più sofisticata escursione per l'incubo targata Shion Sono.
Forte di un intelaiatura visiva di primo ordine il regista nipponico sposta continuamente il limite tra realtà e fantasia,facendole compenetrare in un abisso di follia allo stato puro.Accanto a sequenze che non sfigurerebbero in uno spettacolo di Grand Guignol,Sono adotta un linguaggio cinematografico estremamente elaborato, ricco di citazioni nobili in cui viene cercato continuamente il cambiamento di prospettiva. Ogni snodo successivo della narrazione arriva praticamente a negare quello precedente anche se la seconda parte del film e il finale cercano di riunire le varie tematiche affrontate in un'unica prospettiva.
Quello di Shion Sono è un film visionario e disturbante con continui echi lynchiani nel continuo andirivieni da una dimensione reale a una onirica che sembra essere calata all'interno del dedalo di corridoi dell'Overlook Hotel tanto cari a Kubrick.
Colorato con tonalità vivacissime il film si apre e si chiude in un circo spettrale che sembra quasi una riedizione in nero dei circhi felliniani.E poi quella ghigliottina che cade....
"Per quanto possa tornare indietro con la memoria sono sempre stata circondata da ghigliottine."
Forse una delle sue regie migliori
favolosa
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