Regia di Shion Sono vedi scheda film
Un horror nipponico di una tenebrosità davvero rara
Taeko sta scrivendo un romanzo sulla bambina Mitsuko, vittima di abusi sessuali da parte del padre e involontaria assassina della madre. Yuji viene incaricato dall'editore di Taeko di scoprire qualcosa in più sull'oscuro passato della scrittrice.
Sion Siono sembra non volere spaziare il genere, ma preferisce mantenersi nello spargimento di sangue (rosso come il colore che permea ovunque nelle scenografie) dei suoi personaggi e nei suoi schemi schizzati e asciutti, anche se sempre densi: sevizie, montaggio e fotografia di una eleganza impeccabile, ma anche una profonda descrizione psicologica dei personaggi ed un ingegnoso uso di flashback, molto simile per certi versi a quello che fa Takashi Miike in Audition.
Il regista prende gli interni di un circo grottesco e al contempo lugubre e li tramuta in una mostra il cui principale scopo è mostrare una tragedia fatta di incesti e violenze estreme. Tra i film più disturbanti dell'autore e del nuovo cinema horror giapponese, è senza dubbio un gioiello di perturbazione, ma talvolta sembra calcare un po' troppo la mano e in maniera artificiosa nel voyeurismo che Sono trae dal inserire i suoi personaggi in contesti perseveramente nauseabondi
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