Regia di Sergio Corbucci vedi scheda film
Farsetta in costume con un Totò moderatamente scatenato (in fondo tutta la costruzione, come spesso accadeva in questo tipo di lavori, si regge su di lui) e due spalle di ottimo livello quali Macario e Taranto. Inoltre, in una breve scena, compaiono pure Don Backy e Celentano, travestiti anch'essi da frati, con una canzone 'a tema' sulla questua. La cosa più sorprendente di tutta l'operazione sta nel fatto che la monaca di Monza di manzoniana memoria non c'entra assolutamente nulla con l'intera storia: forse con questo Monaco, dopo un'odissea di ripescaggi furiosi nell'immaginario collettivo (da romanzi, da canzoni, da altri film), i titoli di questi sottoprodotti dozzinali sono arrivati davvero all'annullamento della logica. Ad ogni modo c'è quache buono spunto - ma non molto di più - in un centinaio di minuti di sano svago senza grandi pretese.
XVII sec. Nei pressi di Monza un ciabattino con 12 figli a carico si traveste da frate e riesce a farsi ospitare nel castello di un marchese. L'uomo, perfido, gli impone di celebrare il suo matrimonio con la bella cognata, ma il falso frate si rifiuta ed il marchese scaglia la sua rabbia contro di lui. Finale rocambolesco.
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