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30 giorni di buio 2

Regia di Ben Ketai vedi scheda film

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La recensione su 30 giorni di buio 2

di Maciknight
5 stelle

Il film è mediocre, su questo non ci sono dubbi, ma non me la sento di infierire più di tanto, forse perché tra le varie tipologie di genere vampiresco, questa che si ispira al primo “30 giorni di buio” (riprendere lo stesso titolo con la sola aggiunta del numero 2 è comunque inappropriato in questo caso), non è tra le peggiori ...

Il film è mediocre, su questo non ci sono dubbi, ma non me la sento di infierire più di tanto, forse perché tra le varie tipologie di genere vampiresco, questa che si ispira al primo “30 giorni di buio” (e ne approfitto per precisare subito che riprendere lo stesso titolo con la sola aggiunta del numero 2 è comunque inappropriato in questo caso), non è tra le peggiori, descrivendo una qualità di vampiri che ha un suo senso, spazio e collocazione esistenziale, culturale ed ecosistemica (a differenza di tanti altri che sono solo prodotti dalla speculazione commerciale, spesso di basso profilo se non addirittura grotteschi). Vampiri dotati di una loro dignità, che si annidano nel sottosuolo o sulle navi (e che prediligono, potendo, i territori del freddo nord), che si nutrono con la complicità di alcuni umani ricattati o allettati dall’idea di poter accedere per meriti di servizio ai presunti benefici della condizione vampiresca. La sceneggiatura è decisamente asimmetrica, per non dire dissociata, nelle sue incongruenze ed approssimazioni congiunte a colpi di genio e talento, che però si limita a poche idee e sequenze appropriate, prevalendo in genere una superficialità di fondo che si poteva facilmente evitare. Ad esempio il gruppo di cacciatori che si è formato abbastanza credibilmente nel corso della narrazione, viene poi messo in azione in maniera veramente inverosimile, senza capacità di pianificazione, senza armamenti adeguati e con contraddizioni gravi tra le premesse di come apparivano inizialmente e quello che si riveleranno in sostanza, al momento dell’azione (pressoché imbranati), e tale incongruenza non parrebbe frutto della volontà degli autori, ma di un’approssimazione esecutiva. Come se a prevalere nel film, non fosse il talento autoriale ma l’intento commerciale e quindi i tempi di realizzazione ed il budget di modesta entità, per cui si è preferito abbozzare le scene di azione, del genere “buona la prima”, anziché curarle per renderle maggiormente credibili e fascinose. Per cui risulta alla fine abbastanza vanificato l’impegno innegabile delle due talentuose attrici protagoniste (Kiele Sanchez e Mia Kirshner), che hanno cercato, in parte riuscendoci, di fornire ai due personaggi femminili principali (la cacciatrice e la “regina” dei vampiri) un valore aggiunto interpretativo, degno di un film qualitativamente superiore. Infatti il film finisce per risultare deludente, l’ennesima occasione sprecata, sono troppe le lacune per poter soprassedere, come la totale assenza delle presenze istituzionali, pur agendo in grandi città dove inevitabilmente la polizia dovrebbe pattugliare e ci sono spesso anche conflitti di competenza tra i vari poteri, qui non vi è neanche l’ombra di queste problematiche, in quanto si combatte e si gira armati come fosse un’epoca post-apocalittica, senza mai vedere una pattuglia, anche dopo furiosi combattimenti e deflagrazioni. Estreme facilonerie e sorvolamenti tattici inaccettabili anche rispetto al modo in cui si potrebbero giustificare certe situazioni quando la verità viene a galla, quando si dovrebbero rivelare pubblicamente nella loro gravità (ed è impossibile mistificare ed insabbiare, come nell’ufologia), quando cioè si scoprono i covi dei vampiri con i loro macelli interni con corpi umani massacrati e penzolanti, e di come la protagonista possa essersela cavata, con quali spiegazioni credibili ed accettabili. Insomma manca una pianificazione narrativa integrata, come se la sceneggiatura fosse troppo affrettata o poco meditata ed al pubblico si propina solo una sequela di sketch cruenti senza soluzione di continuità. I sequel sono sempre un rischio, ma in questo caso andrebbe ripreso lo stesso copione ma dandolo in mano ad autori di maggior talento e creatività, il casting si potrebbe mantenere ma andrebbe valorizzato con dialoghi e scene più appropriate. Gli autori non meritano la sufficienza ma il cast ed alcune idee di fondo sì, risorse che complessivamente andrebbero recuperate. Voto 5,5

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