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Maladolescenza

Regia di Pier Giuseppe Murgia vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Maladolescenza

di mm40
1 stelle

Due bambini trascorrono le vacanze estive insieme, da sempre. Diventati adolescenti, però, sentono che qualcosa è cambiato: scoprono insieme il sesso. Ma l'arrivo di una terza incomoda scombina le carte in tavola.

 

Film maledetto, questo Maladolescenza, e assolutamente a ragione. Pier Giuseppe Murgia è qui all'esordio dietro la macchina da presa, peraltro con una sceneggiatura interamente sua; non c'è alcun dubbio quindi che si tratti di un'opera da lui fortemente voluta e realizzata con una certa libertà artistica. Addirittura si sostiene (Wikipedia) che la coproduzione Italia-Germania Ovest sia stata espressamente ricercata dal regista per poter girare all'estero la pellicola, altrimenti sicuramente bandita dalle leggi italiane. Si parla naturalmente di pedopornografia: francamente un termine esagerato per le immagini contenute in Maladolescenza, nulla che possa turbare più di tanto di per sè; il sesso è sempre accennato, suggerito più che descritto, così come la morte nel finale, anche se la gran parte della storia prevede gli interpreti nudi o seminudi. Rimane comunque inaccettabile l'idea di partenza di raccontare un menage-à-trois dagli evidenti riferimenti sessuali con protagonisti dei ragazzini, poco più che bambini. Lara Wendel e Eva Ionesco hanno a quel momento 11 anni, Martin Loeb - il meno convincente come attore nel trio - 17; nessuno di loro è al debutto, le prime due avranno una discreta carriera nel cinema, mentre il terzo terminerà molto presto la sua esperienza sul set. Per essere più chiari e meno tacciabili di 'bacchettonismo': la storia poteva benissimo funzionare senza mettere esplicitamente in scena nudità e richiami agli atti sessuali; il suo significato (l'eterno combattimento del cuore contro sè stesso, infantile in maniera irrimediabile) perde completamente di valore alla luce della squallida e pretestuosa messa in scena. Anche di Murgia si perderanno presto le tracce, dopo un altro paio di lavori sottotono. Da salvare soltanto la colonna sonora di Pippo Caruso. 1/10.

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