Regia di Joel M. Reed vedi scheda film
Un cult del cattivo gusto, girato a bassissimo costo da un regista ispirato dal Wizard of gore (1970) di H. G. Lewis. Boicottato da un'associazione femminista all'epoca dell'uscita, T.I.T.S. (The Incredible Torture Show) è poi stato rimaneggiato nel 1982 dalla Troma, finendo per circolare come Bloodsucking freaks.
Nel quartiere newyorkese di SoHo, Sardu (Seamus O'Brien) dirige il Theatre of macabre, sorta di versione americana del celebre Grand Guignol parigino. Con una differenza non da poco: espone ragazze catturate per essere poi torturate e uccise sul palco, sotto gli occhi di un pubblico ignaro e convinto di trovarsi di fronte ad una rappresentazione di fantasia. A un suo spettacolo assiste il celebre critico Silo (Alan Dellay), che non si trattiene dal manifestare uno schietto giudizio negativo. Sardu, assieme al fidato nano Ralphus, anche fuori scena abusa delle prigioniere che tiene segregate in una cella sotterranea e che alimenta con i resti delle vittime. Oltraggiato dalla disprezzante valutazione di Silo, Sardu decide di rapire il critico per sottoporlo a tortura e farlo poi partecipare - come attore - a uno spettacolo per il quale ha fatto catturare anche Natasha Di Natalie (Viju Krem), celebre ballerina del ben più prestigioso Lincoln Center. Tom, fidanzato di Nathalie, si rivolge alle forze dell'ordine, preoccupato per la scomparsa della ragazza. Assieme all'agente Tucci (poliziotto di origini italiane ben poco onesto), Tom si reca presso il teatro di Sardu...
Sardu ed il suo aiutante durante l'educazione della ballerina Natasha (Viju Krem)
Girato e distribuito nel 1976 come T.I.T.S. (acronimo di The Incredibile Torture Show), il film diretto da Joel M. Reed all'uscita nelle sale viene boicottato dalla Women Against Pornography, un'associazione femmista che lo reputa moralmente inaccettabile riuscendo a farne proibire la proiezione. Solo in anni successivi (1982), ripescato da Lloyd Kaufman ed epurato di una decina di minuti, ricompare con il titolo fuorviante di Bloodsucking Freaks distribuito direttamente dalla Troma.
Benché non siano della partita né vampiri né freaks, Reed ci va giù pesante: trapazioni di cranio (da parte di un medico folle che prima estrae tutti i denti alla sventurata vittima) con risucchio della materia celebrale tramite cannuccia, estrazione di bulbi oculari, taglio delle mani e amputazioni delle dita, nonché una esecuzione con ghigliottina autoinflitta dalla vittima (costretta a mollare la corda dalla bocca - che tiene in tensione la lama - mentre viene sculacciata). Ancora: tiro a freccette sul fondoschiena o donne (rigorosamente nude) costrette a fare da tavolo mentre Sardu si gusta la cena.
Sardu assapora la cena, in ambiente romantico e a lume di candela
Pure le battute non conoscono decenza o buongusto, tipo quella raccontata da Ralphus a un pubblico sorridente sugli ebrei (riconoscibili dalla... lingua fumante, sic). Reed guarda ad H. G. Lewis - in particolare a The wizard of gore (1970) - il padrino del gore, ma non ha un minimo senso dell'arte, tantomeno del cinema. Così che gli orrori dei quali si è fatto menzione finiscono per slittare sul piano surreale e le interpretazioni caricaturali (al limite dell'amatoriale), sommate agli effetti speciali spartani e visibilmente giocosi, delineano un registro ondulante tra l'ironico e il grottesco. La misoginia di fondo va di pari passo con una più generale misantropia (Sardu viene sorpreso da Tucci mentre giace a letto con il cadavere di Silo!) e il tutto si riduce ad un fumettone di cattivo gusto, che finisce per essere più esilarante che horror.
Attrice teatrale leggermente... tesa
Nonostante i pochi meriti del progetto, il titolo è diventato di culto e associato emblematicamente alla figura del regista che può contare su una filmografia, del tutto inedita in Italia, a dir poco scarsa (tanto quanto scadente): sei sono i titoli in curriculum, tra i quali i migliori appaiono Blood bath (1975) e Night of the zombie (1981). Tra gli ammiratori di Reed il nome più insospettabile è quello di Oliver Stone, peraltro presente al casting e alle riprese di T.I.T.S. Mentre, a parte la curiosità provocata dalla notizia su Reed arrestato ad 80 anni per avere palpeggiato una donna la sera di capodanno del 2014, fa certa tristezza che il regista si sia spento ad 86 anni nell'aprile del 2020, causa Coronavirus.
Joel M. Reed
"La tortura. C’è in essa qualcosa di insostenibile e vertiginoso, la distruzione dell’uomo allo stato puro." (Vladimir Volkoff)
Manifesto della seconda edizione di T.I.T.S (1982)
F.P. 18/10/2020 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 88'26")
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