Regia di Baltasar Kormákur vedi scheda film
In una Islanda livida e sferzata da venti gelidi, ben lontana dalle meraviglie paesaggistiche che tutti noi conosciamo dagli ammalianti cataloghi dei tour operators, il ritrovamento di un cadavere per mano di due bambini curiosi, innesta l'avvio di una indagine che parte come un banale caso di omicidio, ma che si arricchisce via via di elementi che l'omerta di tutta una comunita' isolata e sospettosa ha sempre volutamente celato e tenuto per se'. A condurre le indagini, sempre piu' complicate, spetta al detective Erlendur, figura sottile ma tenace, tanto piu' umano in quanto afflitto da devastanti problemi personali come la gestione di una figlia gia' grande ma allo sbando e del tutto inaffidabile.
Baltasar Kormakur, regista islandese sempre piu' diretto verso il mondo hollywoodiano (lo vedremo presto in una grossa produzione con attori celebri dello star system losangeliano) sceglie di mettere lo spettatore in mezzo al mistero che circola e conduce l'indagine, e che vede al centro della vicenda una terribile malattia cerebrale che si trasmette per via ereditaria. Lo spettatore sa piu' della polizia, ma non e' ancora al corrente di tutti i collegamenti che, tuttavia, non e' difficile dopo la prima meta' riuscire a districare.
Lo stile di Kormakur e' piuttosto convenzionale nell'ambito del thriller nordico, che tendenzialmente non riesce a dare, dal lato cinematografico, quei brillanti risultati che nutrono una fertile letteratura di genere. Certamente migliore dei thriller fiacchissimi tratti dalla trilogia di Larsson, il film scivola talvolta in banalita' e luoghi comuni (l'anatomopatologo che mangia mentre esegue autopsie e si guarda donnine nude mentre compila referti) che non meriterebbe. Certo l'ambientazione non troppo scontata e il disagio di una popolazione devastata dall'isolamento che una natura sovrana e dittatrice emergono in modo dirompente e sono la vera causa di tutto il mistero che circonda l'insolito thriller.
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