Takao e Michiko, una coppia in fuga dalla vita frenetica della città, tornano nel piccolo villaggio di Yanaka, oasi di pace tra montagne verdeggianti e corsi d’acqua. Takao ritrova i suoi vecchi amici, come il suo maestro, e la signora Ume, un’anziana donna che vive in un tempio dedicato al Buddha Amida. “Lettere dal tempio di Amida” sono le parole della signora Ume che la giovane Sayuri trascrive sul giornale del villaggio e che accompagnano nel film il lento trascorrere del tempo nel passaggio delle stagioni dalla primavera all’inverno.
l passare delle stagioni scandisce il tempo del film, dalla primavera all’inverno, dai colori tenui delle gemme ai sontuosi ammassi di vegetazione che lambiscono le acque scroscianti dei ruscelli e le distese placide del fiume d’estate, ai caldi colori autunnali degli aceri che lasceranno le foglie sotto il candido manto di neve dell’inverno.
Scriveva Fosco Maraini in Ore giapponesi:
“Avevo tempo non solo di ammirare e di restare stupito, ma di respirare un’aria che portava ignoti profumi, di penetrare, soprattutto di riflettere. Ecco intorno a me un grande popolo la cui civiltà, conoscendola meglio, appariva — benché profondamente diversa — ognora più chiara e luminosa: dunque… leggi tutto
Scriveva Fosco Maraini in Ore giapponesi:
“Avevo tempo non solo di ammirare e di restare stupito, ma di respirare un’aria che portava ignoti profumi, di penetrare, soprattutto di riflettere. Ecco intorno a me un grande popolo la cui civiltà, conoscendola meglio, appariva — benché profondamente diversa — ognora più chiara e luminosa: dunque…
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l passare delle stagioni scandisce il tempo del film, dalla primavera all’inverno, dai colori tenui delle gemme ai sontuosi ammassi di vegetazione che lambiscono le acque scroscianti dei ruscelli e le distese placide del fiume d’estate, ai caldi colori autunnali degli aceri che lasceranno le foglie sotto il candido manto di neve dell’inverno.
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