Regia di Takashi Miike vedi scheda film
Full Metal Yakuza – La Recessione.
Non sono mai stato un esterofilo né un amante del Giappone, ma devo dire che, in quanto a fantasia, nel Paese del Sol Levante le idee non mancano proprio; se poi il regista di cui stiamo parlando è Takashi Miike è tutto da elevare al cubo, perché quest'uomo come minimo sforna quattro film all'anno ed è un vulcano di idee, un Edward D. Wood Jr. con in più la pazzia tipica dei mangiatori di sushi. Come in buona parte dei film giappo, prima della visione dovete munirvi di taccuino e matita onde evitare di perdere il filo, perché la cronologia degli eventi segue la logica del Sol Levante, quindi innegabilmente illogica per l'occidentale medio.
Il film inizia con Kensuke Hagane, l'ultimo dei coglioni della yakuza; un uomo inutile, talmente sfigato che lo menano pure i ragazzini al parco, talmente sfigato che la sua donna lo insulta perché non riesce a soddisfarla sessualmente a causa delle dimensioni del suo piccolo pene. Non si capisce bene il come o il perché, il supermegacazzuto yakuza Tosa gli affida il portafoglio prima di una riunione con altri boss e questo portafoglio sarà il centro di una torbida storia di mafia. Conterrà dati sensibili? Sicuramente no! Nella mezz'ora a seguire, il regista dimentica il portafoglio e spinge l'acceleratore sul mostrarci quanto il protagonista Kensuke Hagane sia proprio l'ultima delle merde, sino al rilascio del superboss Tosa dalla prigione. Ma quando è finito in prigione, questo? E perché? C'entrerà mica il portafoglio? Ovviamente no!
Non ci viene ben spiegato, ma al suo rilascio viene crivellato di colpi insieme al Fantozzi/Kensuke Hagane e a questo punto si svolta verso la fantascienza; i corpi vengono acquistati da un geniale chimico ed il nostro protagonista viene trasformato in un invincibile cyborg dotato di superforza! È quasi antiproiettile, deve solo coprire le parti ancora “umane” quando gli sparano assumendo una postura da ballerina down; con un occhio vede al buio e con l'altro prevede il futuro, ma il gadget più importante è una mazza da cinquanta centimetri. Finalmente scatta la vendetta, ma solo dopo aver ancora ribadito che pure tutti i “fratelli” yakuza considerano cyborg Agane una merdaccia, nel caso lo spettatore non lo avesse ancora compreso. Grazie al suo nuovo corpo, il nostro eroe riesce a prendersi la rivincita nei confronti di tutta la famiglia.
Una pellicola di quelle di cui non bisogna non perdere nemmeno un secondo ed anche prestando la massima attenzione non tutti i nodi vengono al pettine.
#larecessione
per insulti anche non costruttivi.
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