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Follia omicida - Murder obsession

Regia di Riccardo Freda vedi scheda film

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La recensione su Follia omicida - Murder obsession

di undying
7 stelle

L'ultimo horror diretto da Riccardo Freda, per quanto in debito con il filone giallo alla Dario Argento, presenta ancora buoni momenti di cinema gotico, girati con l'inconfondibile stile del regista.


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Dopo quindici anni, l'attore Michael (Stefano Patrizi) - accompagnato dalla fidanzata Debora (Silvia Dionisio) - decide di far visita all'anziana e ammalata madre Glenda (Anita Strindberg). L'occasione è data dalla necessità di effettuare le riprese per un nuovo film, da girare all'interno della villa di famiglia. Figlio d'un noto musicista, Michael ha un trascorso burrascoso del quale conserva vaghi ricordi: da bambino avrebbe ucciso il padre, per difendere la madre da una violenta aggressione. Dopo una lunga riabilitazione presso un collegio, Michael ha intrapreso la carriera d'attore, perdendo definitivamente i contatti con Glenda. Nella villa giunge anche la troupe, accolta dall'inserviente Oliver (John Richardson), composta dal regista Hans (Henri Garcin), l'assistente Shirley (Martina Brochard) e l'attrice Beryl (Laura Gemser). Presto, però, Michael si trova alle prese con un delitto, vittima Beryl. Convinto di essere l'assassino, scoprirà che importanti avvenimenti legati alla sua infanzia gli sono stati tenuti nascosti proprio dalla madre.

 

"Di Murder obsession ho un ottimo ricordo. Credo proprio che i cinquanta minuti finali del film siano forse tra le cose più belle che ho realizzato, una sorta di mio piccolo capolavoro." [1]

(Riccardo Freda)

 

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Follia omicida - Murder obsession (1981): scena

 

L'ultimo film diretto da Riccardo Freda, padre putativo dell'horror italiano per aver diretto quello che viene ritenuto il primo esemplare del cinema gotico tricolore (I vampiri, 1957), è forse quello più imitativo, anche se realizzato in maniera molto personale, paradossalmente in debito con il filone giallo avviato da Dario Argento (L'uccello dalle piume di cristallo, 1970). Il soggetto originale - opera di Fabio Piccioni, anche autore della sceneggiatura assieme allo stesso Freda e ad Antonio Cesare Corti - presenta elementi comuni che sono anche alla base di Profondo rosso (Dario Argento, 1975), essendo stato scritto dall'autore, per la prima volta, come storia destinata ad essere pubblicata nella serie "Oltretomba gigante" (n. 9, febbraio 1974) [2].

 

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Follia omicida - Murder obsession (1981): scena

 

Girato evidentemente a basso budget, con un cast interessante ma non esemplare, Murder obsession rappresenta anche l'esordio di Sergio Stivaletti, come autore degli effetti speciali. Dai tempi di due grandi classici (L'orribile segreto del dott. Hichcock e Lo spettro), i gusti del pubblico sono mutati e Freda si vede costretto a trattare elementi sex & violence, chiaramente estranei al suo stile. Le sensuali presenze femminili -  Gemser, Strindberg e Dionisio - permettono infatti al regista di dare un taglio erotico alle riprese (i seni di Silvia vengono inquadrati, frequentemente, nel dettaglio) che però mostrano forti limiti nel risultato per via della scarsa prestazione offerta delle attrici, evidentemente indisposte a recitare nude, soprattutto durante le scene di accoppiamento. Anche il contenuto splatter è piuttosto scarso, con alcuni effetti speciali (un'accettata in viso e una decapitazione con sega meccanica) poco efficaci, montati in maniera imprecisa per un tempo di esposizione quasi subliminale. Però lo stile del maestro ogni tanto emerge e riesce a lasciare il segno, come dimostrano sia una cinematografia di qualità (eccezionale la fotografia di Cristiano Pogany), sia le sequenze dell'incubo di Debora o la mezz'ora finale con impostazione da gotico d'antan, soprattutto nelle scene del rituale satanico ambientato nel sotterraneo che ospita una conclusione melodrammatica, con omaggio erudito, per la posa assunta da Glenda e Michael, alla "Pietà" di Michelangelo.

 

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Follia omicida - Murder obsession (1981): scena

 

Critica [3]

 

"Questo horror dal colore giallo che è Murder obsession, si presenta come un evento strano, anomalo nel panorama agghiacciante della filmografia nazionale, segnata dalla degenerazione della commedia all'italiana e dalle deludentissime prove dei cosiddetti autori."

(Patrizia Pistagnesi)

 

 

NOTE

 

[1] Riccardo Freda in "Horror made in Italy" vol. II, pag. 176, Profondo rosso edizioni.

 

[2] Solo grazie alle rivelazioni dello sceneggiatore, Fabio Piccioni (cifr. recensione su L'abominevole dr. Phibes), è oggi possibile riscontrare alcuni elementi presenti ne Il grido del Capricorno (Oltretomba gigante n. 9), che sono anche alla base di Murder obsession. Si tratta di due storie molto diverse, ambientate in tempi e luoghi differenti, che però hanno in comune lo stesso protagonista, figlio di un celebre musicista, vittima di una madre gelosa, possessiva e schizofrenica.

 

[3] Dall'introduzione al libro "I divoratori di celluloide", pubblicata anche su "Riccardo Freda - L'esteta dell'emozione", pag. 48, Profondo rosso edizioni.

 

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Oltretomba gigante n. 9 (febbraio 1974), propone una storia di Fabio Piccioni con protagonisti simili a quelli presenti in Murder obsession 

 

Laura Gemser

Follia omicida - Murder obsession (1981): Laura Gemser

 

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Follia omicida - Murder obsession (1981): scena

 

"Se riuscire a dimenticare è segno di sanità mentale, il ricordare senza posa è ossessione e follia."

(Jack London)

 

Murder obsession (Riccardo Freda, 1981) - Clip

 

F.P. 03/06/2022 - Versione visionata in lingua italiana - DVD RaroVideo (durata: 92'40")

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