Regia di Alan Parker vedi scheda film
New York, 1955. Harry Angel è uno scalcinato investigatore privato di Brooklyn che ha l'incarico di verificare l'esistenza in vita o meno di Johnny Liebling, crooner famoso anni prima col nome di Johnny Favorite.
Il richiedente di tale incarico è Louis Cyphre, un misterioso uomo che dichiara di potersi in qualche modo rivalere nei confronti del cantante poiché a suo tempo ne agevolò la carriera.
Il corso delle ricerche è insidiato da terribili omicidi e l'oggetto delle stesse appare sempre più inafferrabile; Harry Angel, sempre più sfiancato dal caldo, man mano cadrà in un vortice di incubi, ossessioni e presagi fino ad arrivare alla sconsolante e agghiacciante verità.
Alan Parker adatta il romanzo Falling Angel (1978) di William Hjortsberg e lo fa egregiamente, creando un'opera-psicodramma che amalgama elementi del noir, del giallo e dell'horror.
Ogni inquadratura è minuziosamente studiata e carichissima di simbolismi, allusioni e paradossi che corrono a perdita d'occhio e non sempre sono individuabili in prima battuta.
Il regista gioca col tuo subconscio: fino all'ultimo ti fa propendere per il detective anche se ne percepisci l'oscurità.
La pesantezza dell'atmosfera è resa dall'ottima fotografia, diretta da Michael Seresin, che trasmette efficacemente sia il freddo di New York che l'afa opprimente della Louisiana.
A fine visione rimani smarrito, turbato: ma non tanto dalle immagini bensì dai temi di natura psico- e filosofica che vengono evocati come il doppio, l'autocoscienza e lo specchio-riflesso.
Mickey Rourke dannatamente magnifico nella sua ambivalenza: scanzonato e perfido.
Ineguagliabile De Niro nel ruolo di Lucifero e impeccabile Charlotte Rampling anche se in un ruolo contenuto; credibile Lisa Bonet.
Consiglio di vedere questo film più volte per apprezzarlo al meglio.
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