Regia di Stephen Daldry vedi scheda film
Era dal tempo del film su Emily Dickinson che non vedevo una cosa così assolutamente insopportabile. Per ciò che è assolutamente insopportabile da principio non ci sono parole, poi con grande fatica ci si sforza di capire il motivo dell'insopportabilità e infine lo si trova.
Qui abbiamo un autentico cumulo di luoghi comuni annaffiati di buoni sentimenti. Di questi bambini geniali ma un po' disadattati e decisamente maleducati ne abbiamo piene le tasche, non sappiamo più dove metterli, basta! Romanzo di formazione? No, solo una risciacquatura di piatti sporchi. Volendo sintetizzare si potrebbe dire che è un'opera apparentemente ambiziosa dalla forma inadeguata, ma questa distanza tra forma e contenuto rivela una debolezza di fondo, una mancanza di onestà intellettuale, che mira semplicemente ad un facile risultato. Il superamento di un trauma... Ma allora che bisogno c'è di tutti questi elementi al contorno e di questo accumolo continuo di tracce alla maniera di un thriller. Ammetto di non conoscere il romanzo, magari li le cose andavano meglio, vorrei sperarlo (ma non ci conto troppo).
Nemmeno Max von Sydow riesce a risollevarlo, in quanto agli attori il punto debole è il protagonista, non aiutato da una sceneggiatura improbabile. Forse il giovanissimo Christian Bale avrebbe potuto ricoprire il ruolo, sarebbe stata una cosa nelle sue corde, ricordate "L'impero del sole"? Con quel viso smorto e spiritato forse il risultato sarebbe stato un po' meglio, ma senza esagerare.
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