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Molto forte incredibilmente vicino

Regia di Stephen Daldry vedi scheda film

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Steghi

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La recensione su Molto forte incredibilmente vicino

di Steghi
10 stelle

Non so se vincerà premi o se riceverà riconoscimenti alcun tipo, non so nemmeno se sarà presto dimenticato, come capita alla maggiore parte dei film che vengono prodotti e distribuiti (e a quasi tutti quelli che io vedo), so per certo che per me rimarrà un Film da consigliare, a cui ripensare come in uno di quei momenti in cui riesci a percepire e a condividere (anche solo tramite uno schermo) la ricerca dell’Essenza.
Non è un film facile, anzi, l’angoscia ne è la nota di fondo e il senso di precarietà, in cui noi tutti siamo  immersi,  è il filo che percorre tutta la storia, ma senza disperazione, senza permettere, anche solo di un secondo, che ciò possa rendere questa Vita meno degna di essere attraversata e vissuta.
La ricerca di una spiegazione di quello che è accaduto, che guida Oscar (un sorprendente Thomas Horn) in tutti i suoi gesti, è la Ricerca che accompagna tutti noi, la ricerca di un  senso, del Senso ultimo, finale , esaustivo e completo di questo cammino che stiamo percorrendo, non privo di ostacoli, di svolte inattese, di paure, (da riconoscere, da evitare e da affrontare con l’aiuto di qualcuno più saggio di noi, imprevisto e magari da incontrare con la lampada, di notte).
E in questa Ricerca, proprio lì, nel mezzo, giace  e si alimenta tutta l’umanità nostra (altrimenti quasi inutile) e di chi incontriamo, se appena troviamo la forza e il coraggio di uscire dall’uscio delle nostre case, anche se solo il sabato mattina, e di lasciarci andare alla disponibilità di incontrare “altro da me” pur rimanendo noi stessi, e capire, senza averlo premeditato, che, forse, la ricerca e la risposta piano, piano si sovrappongono, fino a coincidere, diventando, quasi, la stessa cosa.
E qui, nella confusione assordante delle strade, nei ponti che non sai se possano cadere o reggere il tuo peso, nel buio delle metropolitana, da cui non sai se uscirai per rivedere la luce,  qui si incontra tutta la leggerezza del lato ironico e sorprendente, surreale e divertente (nel senso più semplice del termine), senza il quale la vita sarebbe, a volte, opprimente.
Simboliche le figure del Papà e della Mamma: il primo, simbolo del “gioco”, domina la prima parte del film ed è la spinta e la “causa” di tutto ;  la seconda appare in maniera saltuaria, quasi come un peso per il figlio, un ostacolo alla sua missione, ma alla fine della pellicola si svela in tutta la sua importanza; in quel: “Non ti stavo seguendo, ti stavo Cercando “ c’è tutto il rispetto per il dolore di Oscar, ma soprattutto la manifestazione, sconvolgente nella sua normalità, di un amore che sposta i limiti scaraventandoli ben oltre un orizzonte banalmente umano.
Ultime parole per un intenso Max Von Sydow: recita senza voce, solo con occhi, sguardi, gesti, attese, racchiudendo in se, in quei silenzi, una complicità con il bambino che nessuna parola pronunciata avrebbe accresciuto di un nulla, anzi. Un monumento a se stesso e a quella gran parte della storia del cinema che rappresenta.
Un Film da brividi, che ti fa pensare (dall’inizio alla fine), che ti fa piangere (molto), ridere (ogni tanto), che ti fa venire la pelle d’oca….null’altro di più !
Nota conclusiva per la colonna sonora, perfetta nel sottolineare i momenti cruciali del film.

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