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Hobo with a Shotgun

Regia di Jason Eisener vedi scheda film

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La recensione su Hobo with a Shotgun

di Xoanon
6 stelle

L'idea nasce come finto trailer di un immaginario film nel progetto "Grindhouse" di Rodriguez - Tarantino. L'idea piace al regista Jason Eisener che la trasforma in vero lungometraggio. Un malsano, grottesco e violento incrocio tra Sergio Leone, l'Ispettore Callaghan, il giustiziere della notte condito da ettolitri di sangue e scene splatter.

Premetto che il motivo principale per cui ho visto questo film è il fatto che il protagonista sia il grande Rutger Hauer. Molti consigliano infatti di vederlo in lingua originale, in realtà non sono nemmeno sicuro che sia stato tradotto, ma esiste una versione sottotitolata in italiano.

Detto questo il film non ha bisogno di una lunga presentazione. Fa decisamente parte del filone pulp grottesco - splatter con recupero di elementi horror anni '70 e '80 che è diventato il marchio di fabbrica di Robert Rodriguez. Il regista in questo caso però è Jason Eisener, autore di The Teeth Beneath e The ABCs of Death' (Lettera Y) tra le poche opere, che sforna un film decisamente grezzo ed efficace nel suo scopo.

La trama è tanto semplice e banale quanto violenta e diretta. Un senzatetto di cui non si conoscono identità e passato, appena giunto in una città devastata da povertà e criminalità, come un pistolero errante e misterioso arriva in una cittadina di frontiera del west, inizialmente si limita ad osservare tutto ciò che gli accade intorno, scene davvero brutali, per poi passare all'azione iniziando a vendicare i crimini che ha visto commettere e facendo pulizia dei criminali che li commettono. Si schiera così contro il boss locale, un tipico sadico psicopatico con degni figli.

Il momento della svolta tra l'osservare senza far niente e l'agire è l'ingresso in un banco dei pegni per comprare un tosaerbe (perchè un tosaerbe? Forse per una accennata voglia di ritorno alla normalità, forse per vaghi ricordi personali), ma proprio in quel momento una rapina fa scattare qualcosa nel misterioso senzatetto. Complice l'aver conosciuto una prostituta vittima anche lei come molti altri, che però nel momento del bisogno è aiutata dal barbone e a sua volta lo aiuta. 

Se c'è un messaggio, un fine in tutto questo sangue forse è proprio il voler accusare l'indifferenza sempre maggiore della gente nei confronti di comportamenti inaccettabili e l'assuefazione alla violenza, che fa di noi, della società, spettatori passivi, e quindi complici ("E allora, non chiedere mai per chi suoni la campana. Essa suona per te" John Donne ) di tale violenza, di tale discesa nella barbarie. La vittima si ribella ed in questo caso diviene carnefice, ma per un buon motivo e perchè non ha alternative. Invece di voltarsi dall'altra parte, decide, sceglie. Cosa faranno le altre vittime come lui dopo questo esempio? Continueranno a far finta di niente o si decideranno a cambiare anche loro?

In ogni caso, se questo è il messaggio, sia chiaro che il film non si vuole prendere sul serio, e quando lo fa esagera, a volte decisamente.

P.S.: Cinema d'autore volutamente mascherato da cinema di seire B. Poi non è detto che questo cinema d'autore piaccia, è uno di quei film che si ama o si odia. Il mio voto di tre stelle è un voto politico, non potendo dare "non qualificato": il motivo è semplice, non saprei davvero se dargli un tre o un otto.

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