Regia di Mario Camerini vedi scheda film
Un modesto road movie casereccio, in cui è incastonata, come una piccola gemma, una delle tante storie di fame, dignità, amore e disperazione che punteggiano l’orizzonte del neorealismo italiano. Anna Magnani è portatrice di quella dolcezza popolare che è la poesia della semplicità, forgiata nella durezza della vita. Per il suo personaggio, moglie e madre di famiglia afflitta dall’indigenza, l’onestà, più che un principio, è una bene necessario per poter essere qualcuno, di fronte a se stessa e al mondo: per poter chiedere aiuto avendone diritto, per ricevere l’altrui carità senza doversene vergognare. Per suo marito, al contrario, la disonestà è un male necessario per poter sopravvivere, in una società in cui non si è nessuno se si è costretti a nascondere la propria miseria, anziché mettere in mostra la propria felicità. Per lui, disoccupato cronico, il furto di un’automobile di lusso è una scorciatoia per ritornare alla normalità; per lei, invece, è un errore che, se espiato, può consentire di rinascere migliori. Se il corpo si piega sotto la sofferenza, l’anima deve rimanere forte ed eretta, respingendo ogni umiliazione. Intorno a lei c’è un mondo che chiacchiera, sussurra e strepita, ma la sua propria voce è la sola che lei vuole sentire, perché è l’unica di cui conosce la sincerità. A questo le serve la tranquillità della coscienza: ad essere sicura di aver ragione, quando si difende dagli attacchi e dai soprusi. Nessun’altra arma le rimane, se non la forza della sua morale, con cui intraprende una lotta contro un mondo ingiusto, senza, però, voler far male ad alcuno. Molti sogni per le strade è la vicenda di una povertà che, con le sue amarezze, inizialmente divide gli animi ed allontana le persone; però, con le sue difficoltà concrete, induce gli individui ad unire le forze e a venirsi nuovamente incontro.
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