Regia di Mario Camerini vedi scheda film
Un disoccupato, assillato dalle lamentele della moglie, ruba l’auto di un industriale nel garage custodito da un suo amico. La moglie, subodorando un tradimento, lo segue. Nel giro di una giornata i due ritrovano sé stessi e forse anche la loro situazione economica migliorerà. Il film inizia come un dramma neorealista, ma presto assume toni da commedia e si chiude con un invito alla speranza. Camerini ripropone con leggerezza lo spirito delle sue opere prebelliche: elogio della solidarietà tra poveri, di contro all’insensibilità dei ricchi (all’industriale interessa solo aver recuperato l’auto, non si cura di controllare contachilometri e livello della benzina, ed è proprio questa sua indifferenza che consente al ladruncolo di scamparla). Divertente la scena dell’inopinata conversione del ricettatore, che manda a monte l’affare; da ricordare anche il tormentone del bambino che continua a fare domande sugli animali che non aveva mai visto prima, domande alle quali la mamma risponde sempre in un’ottica gastronomica (per lei gli animali sono solo qualcosa che si mangia...).
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