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Ulysses

Regia di Joseph Strick vedi scheda film

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La recensione su Ulysses

di sasso67
8 stelle

Misurarsi con un capolavoro della letteratura è sempre una fatica improba. Figurarsi quando si tratta di un romanzo sui generis come l’Ulisse di Joyce, nel quale la trama, per così dire, è costituita dal girovagare di alcuni personaggi attraverso Dublino in un giorno normalissimo d’inizio Novecento ed alla narrazione dei fatti è spesso intercalato il monologo interiore dei personaggi. È immaginabile che quando un regista si accinge a realizzare un film da un’opera simile sia ben consapevole delle difficoltà che va ad affrontare, tanto è vero che autori più prestigiosi dell’americano Strick (tra questi, pare, anche Ejzenstejn) avevano rinunciato a trasporre in film il romanzo di Joyce. E questo sebbene sia stato detto più volte che il linguaggio dell’Ulisse fosse più simile al cinema che alla narrativa tradizionalmente intesa. In ogni caso, a guardare il film tenendo presente il libro, ci si rende conto che, nonostante le grandi linee esposte da Joyce siano presenti, qualche episodio importante è stato inevitabilmente sforbiciato. Del resto, si tratta di un romanzo-poema di più di mille pagine, fittissimo di personaggi, luoghi, fatti e riferimenti, per il quale non basterebbe uno sceneggiato televisivo di vecchio stampo. Nello sceneggiare (insieme a Fred Haines) e nel mettere in scena simile materia, Joseph Strick (classe 1923) ha fatto, a mio parere, un lavoro più che dignitoso. L’ambientazione dublinese è indubbiamente posta ai giorni nostri (ovviamente del 1967), ma la dimensione temporale non è molto caratterizzata ed è, anzi, abbastanza irrilevante. Il bianco e nero di Wolfgang Suschitzky rende bene l’atmosfera brumosa e “paralitica” della Dublino joyciana. Milo O’Shea è un plausibilissimo Leopold Bloom e Barbara Jefford una Molly forse più che definitiva. Per chi non ha letto il libro non sarà facilissimo digerire certi passaggi del film (il processo a Bloom, che poi viene addirittura incoronato imperatore, una delle invenzioni più geniali dello scrittore irlandese), così come essi non furono digeriti a Cannes 1967, ma, secondo me, il film vale assolutamente la pena di essere visto.

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