Regia di Louis Malle vedi scheda film
Il primo cortometraggio da studente di Louis Malle è un esperimento cinematografico sul teatro dell'assurdo, di cui ripropone, in maniera concentrata ma senza forzature, i classici elementi dello straniamento spazio-temporale e della ripetizione insensata di domande e tentativi destinati a rimanere eternamente in sospeso. Nel mondo immobile di Ionesco e Beckett, tutto è uguale eppure diverso, come se la stessa anonima, ubiqua identità si replicasse disperatamente su ogni cosa ed ogni persona, alla ricerca di un individuo di cui poter finalmente diventare il nome ed il significato. I tre personaggi di questa breve storia, che si volge interamente all'interno di una stanza, si chiamano allo stesso modo, Frédéric, anche se due di essi usano i diminutivi di Fred e Frédé. Essi si interrogano sulla presenza di una misteriosa "lei", una sorella che in realtà non c'è, o forse invece sì, sottoforma della testa di un manichino poggiata sul letto, dalla parte dei piedi. Il capovolgimento indica la coesistenza degli opposti, il paradosso in atto che stende su tutto il velo uniforme del dubbio, dell'indeterminatezza, impedendo a qualunque intenzione di giungere a compimento, o anche solo di individuare uno scopo verso cui dirigersi. Una mano di poker disputata in piedi, e a mani serrate, come una misteriosa sfida alla morra cinese, un disco di musica jazz ripetutamente posato sul piatto del grammofono, ed ogni volta, sistematicamente, rimosso e spezzato, sono espressioni della generale perdita di senso, che fa cadere, insieme alla struttura delle definizioni (dicesi partita di carte un gioco ...) anche la logica di causa ed effetto, azione e reazione, ingabbiando ogni evento nell'alienato girovagare di chi, per passare il tempo, non può far altro che adeguarsi alla circolarità di quest'ultimo e rincorrersi all'infinito la coda.
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