Regia di Mark Waters vedi scheda film
Tom Popper, cinico immobiliarista che ha sacrificato l'affetto di moglie e figli per il successo negli affari, riceve in eredità dal padre esploratore sei pinguini che, ben presto, gli mettono a soqquadro l'esistenza ma, inaspettatamente, gli forniscono uno spunto per riconciliarsi con i suoi cari. Meglio il business o gli affetti familiari? Indovinate un po'. L'ho sempre scritto e lo ripeto: adoro Jim Carrey e la sua capacità di passare dal comico al drammatico conservando sempre un'assoluta credibilità... purtroppo, però, nemmeno il suo enorme talento può bastare a salvare copioni come questo "I pinguini di mister Popper", che, magari, nelle originali forme del romanzo per bambini (del 1938) dal quale è tratto, può anche avere avuto il suo perché, ma trasportato (tardivamente) sul grande schermo, può solo sinceramente imbarazzare per la totale assurdità di una vicenda vietatissima ai maggiori di 9 anni. Qualche gag è anche simpatica, Jim Carrey gigioneggia da par suo e la giovane spalla inglese Ophelia Lovibond (l'assistente Pippy) è davvero deliziosa, ma tutto il resto è da encefalogramma piatto. Prevedibile dal primo all'ultimo minuto e infarcito di una tale quantità di buonismo da saturare anche il meglio disposto tra gl'incauti spettatori, "I pinguini di mister Popper" è semplicemente un film inguardabile da parte di qualsiasi adulto, ma tutto sommato gradevole per un pubblico infantile (anche se la recensione di FilmTv non ha tutti i torti nell'evidenziare quanto poco educativo sia il concetto di animali selvatici tenuti in casa come cagnolini per soddisfare i capricci di ragazzini petulanti). Effetti speciali di discreto livello, regia abbastanza piatta di Mark Waters ("Mean Girls" e "Spiderwick" nel suo curriculum). Voto parecchio mediocre.
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