Regia di Mark Waters vedi scheda film
"I pinguini di Mr. Popper" (Mr. Popper's Penguins, 2011) è un film in cui la foga di Jim Carrey salva una sceneggiatura distorta e zoppicante con una regia di formale semplicità. I guizzi appaiono nella verve mimetica-facciale e nelle occhiate magnetiche di un attore che non riesce ad avere film di rango con storie ben scritte e appropriate al suo 'personaggio'. L'esilità del racconto si maschera bene con la geniale inventiva di Mr. Popper che gestisce bene quello che gli viene propinato. Effettivamente nella prima parte ci si diverte (anche) ma ben presto il segno 'metafora-ambientale' appare stantio e fuori portata al film stesso. Il messaggio (o presunto tale) è contradditorio e l'essenzialità del valore 'famiglia' viene salvato con ogni 'mezzuccio'...I figli devono crescere in un mondo sano e salutare fatto di giochi 'cartoonizzati' (i pinguini alla ...Madagascar a casa propria) e di sembianze umane finte e macchietizzate (tanto è vero che la schiera dei pinguini si guardano bene di capire dove sono capitati e rimangono affascinati...dala tv all b/n e del mito di Chaplin e dei suoi movimenti). Un rituale che Carrey prende appieno pensando ad attori 'passati' ma vivi nei ricordi e quasi mai ben 'copiati' (uno Stewart...che di classe aveva da vendere). Un mondo di celluluoide appassita e spenta sul nascere...e basterebbe una mezz'ora (o poco più) a questa pellicola per capire dove va a parare...! (tra i pinguini...e rispettive famiglie...in un finale che vuole acchiappare tutto ma riesce...a commuovere poco...).
Mr. Popper è un uomo di grande fascino che perde la sua vita a comperare 'sfide immobiliari'...in una New York da cartolina e niente più (poco originalità...nelle riprese) e dove lo scontro con la signora Van Gundy (la 'signora in giallo' Angela Lansbury) per un ultimo colpo è fortemente idealizzato e con cadenza stanche (la nostra attrice vuole essere lì per caso....e ci riesce bene). E' inutile dire che i pinguini diventano 'figli adottivi' del nostro Mr. Popper..e i due figli (e moglie...) seguono la trama da par loro...
E' il padre di Popper che manca: un viaggiatore incallito che tiene vivo il ricordo fiino a quel tavolo dove Popper stava a fianco del suo 'idolo'..
La connotazione 'alla Capra' si annacqua troppo preso e il sentimantalismo da (facile) commedia si perde in giochi e giochetti che strizzano l'occhio al cartoon infantile di puro intrattenimento (non corrosivo ma alimentare).
Un Carrey agile e fresco riesce a far digerire la storia e passare novanta minuti abbastanza gradevoli.
(ps. Un film pre-natalizio...distribuito a ferragosto...:anche Jim Carrey ha perso l'appetibilità dei distributori e ...degli adoloscenti di 'Ace Ventura'-memoria..o qualcuno gli rifila storie non proprio ad arte?!).
Voto 5/6.
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