Regia di Giovanni Albanese vedi scheda film
Tre operai di un pastificio vengono licenziati senza troppi convenevoli nel momento in cui il loro capo decide che può risparmiare tempo e denaro acquistando dei macchinari per gli imballaggi. Ritrovatisi a diventare custodi di un magazzino in cui il loro datore colleziona incomprensibili opere d’arte contemporanea, si lasciano tentare dalla folle idea di riprodurne dei falsi e rivenderli sul mercato nero. Impresa meno semplice del previsto.
Discreta commedia che denunciando la crisi, celebra l’arte di arrangiarsi ovvero della truffa, specialità italiana, e conduce una satira un po’ scontata alle forme espressive dell’arte contemporanea (altra pecca nostrana). Le trovate comiche e i personaggi (soprattutto quello di Paolo Sassanelli) sfiorano la farsa mentre le tematiche sociali (precariato, divorzio, immigrazione) sono abbastanza scontate e trattate con superficialità, per non parlare della denuncia della crisi lavorativa originata dal soppiantarsi delle macchine all’uomo, non certo una gran scoperta. In compenso il trio di attori Battiston- Salemme- Shapi, funziona e riesce ad evitare il disastro totale con qualche gag ben orchestrata, anche se il buonismo del finale è un po' deprimente.
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