Regia di Damiano Damiani vedi scheda film
Poco dopo Il giorno della civetta, Damiani torna in Sicilia. Le ragioni di questo film non sono molto distanti da quelle del precedente: una critica ai costumi retrogradi del sud ed alle leggi non scritte che vigono nell'isola, peraltro tutto materiale ormai abbastanza noto al cinema italiano e ai suoi spettatori da Germi in poi (Divorzio all'italiana). Ma qui la componente ironica-beffarda del regista toscano è totalmente scomparsa e rimane solamente la denuncia; una denuncia parzialmente auto-risolta nella trama, con la ribellione della protagonista alle barbarie cui viene sottoposta, anche se il finale non concede la giusta punizione al colpevole. La Muti è ancora adolescente, qui al suo esordio, e non sfigura nemmeno: avrà tempo per peggiorare, comunque. Direzione solida di Damiani, il ritmo non è uniforme e forse qualche taglietto qua e là poteva pure starci.
Sicilia. L'adolescente Francesca rifiuta le proposte del figlio di un boss mafioso. Il ragazzo la rapisce e stupra, per chiederle quindi la mano contando sul 'senso dell'onore' della ragazza e della sua famiglia. Ma Francesca reagisce denunciando l'accaduto.
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