Regia di Giuseppe Gagliardi vedi scheda film
La boxe e lo sport in generale come mezzo per rifuggire ad un destino di criminalita’ e sbando che avrebbe segnato e condannato l’esistenza di un giovane napoletano dei quartieri popolari.
E’ la storia (vera?) che Gagliardi ha tratto da un racconto di Saviano contenuto ne “La bellezza e l’inferno” e che lo stesso regista ha saputo raccontare con il buon ritmo dei film anni novanta alla “Mery per sempre”. La classicita’ della storia drammatica si alterna ad ottime e realistiche scene di boxe grazie alla presenza del campione Clemente Russo che offre la sua efficace prestanza per il ruolo di protagonista. E se come attore quest’ultimo pare certamente rigidino e talvolta a disagio (basti il confronto con il disinvolto giovane attore che interpreta Michele da ragazzo nei primi venti minuti del film), quando invece indossa i guantoni riprende possesso di un ruolo che non deve neppure recitare. Ottimo Giorgio Colangeli nel ruolo da comprimario alla Burt Young o Joe Pesci che ogni attore vorrebbe far suo; meno bene Serbedzija e gli altri attori stranieri, solo funzionali alla trama ma poco convincenti e credibili.
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