Regia di Gian Luigi Polidoro vedi scheda film
A differenza di altri film di analogo argomento, ivi incluso Il diavolo (1963) dello stesso Gian Luigi Polidoro, con Alberto Sordi, Una moglie giapponese? lascia un'impressione di inquietudine. Più che gli aspetti di commedia o di satira sulle avventure dell'italiano all'estero, sono qui evidenziate le condizioni di arretratezza, soprattutto con riguardo alla condizione della donna, dell'estremo oriente. Dalla non più giovane geisha che viene offerta al protagonista nell'albergo di Yokohama alla ragazza sposata con il collega (peraltro già sposato in Italia) di Taddei, dalla prostituta incontrata a Hong Kong, profuga della "Cina rossa", alla giovanissima lucciola di Saigon, si spengono le velleità avventurose del nostro connazionale in trasferta asiatica.
L'impressione è che i film di Polidoro siano migliori sulla carta che sulla pellicola, troppo deboli e bonari come satire della doppia morale italica e non sufficientemente comici (anche perché il bravo Moschin non è né Sordi né Tognazzi, protagonista del film intermedio di Polidoro, Una moglie americana). In ogni caso, Una moglie giapponese? è uno dei lavori più seri e dall'esito più felice del regista veneto.
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