Regia di Erik Van Looy vedi scheda film
“Un gruppo di yuppies di mezza età si divide un lussuoso loft per incontrarsi con le rispettive amanti. Nessuno a parte loro è a conoscenza dell'esistenza del loft e tutto sembra filare liscio, fino a quando il cadavere di una donna viene rinvenuto all'interno di esso.”
A metà tra il giallo e il thriller, questo “Loft” diretto dal belga Erik Van Looy è un prodotto underground semisconosciuto di altissimo livello.
La trama riesce a creare interesse fin dai primi minuti; mentre la struttura narrativa e la messa in scena danno l'impressione di un labirinto nel quale nessuno sembra sapersi muovere e dove tutti, proprio come lo spettatore, sono alla disperata ricerca di risposte.
Attraverso continui flashback ogni personaggio diventa ambiguo, e questo “doppio strato” fornisce il background necessario per dare corposità all'insieme e creare un'infinità di dubbi nello spettatore.
Dalla metà in poi il film è un susseguirsi di colpi di scena studiati alla perfezione, fino al finale circolare che fa quadrare tutto senza sbavature.
Fotografia funzionale e interpretazioni ottime aiutate dalle inquietanti facce nordiche.
Da scoprire assolutamente.
I due remake da quello che ho letto dovrebbero essere due Shot-for-shot inutili e laccati con attori più cani; quindi occhio a non sbagliare.
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