Regia di Anders Thomas Jensen vedi scheda film
In Danimarca Jensen è riconosciuto più o meno come un genio, e questo già accadeva ai tempi di The green butchers, suo secondo lungometraggio dopo Luci intermittenti del 2000. Non è detto che i danesi si sbaglino. Sceneggiatore prolifico ed autore originale, Jensen scrive – da solo – anche questo film; i macellai vestiti di verde sono due squilibrati in apparenza assolutamente normali, ma in realtà degni rappresentanti del ‘lato oscuro’ della mente umana. Assaliti da dubbi, frenesie, fobie e tic, i due protagonisti non si fanno pregare quando si tratta di tagliare i ponti con i contatti umani, fino al punto di negare qualsiasi valore alla vita; si percepisce un fortissimo odore di individualismo e di disperata solitudine, caratteristiche strettamente legate alla contemporaneità con veicoli quali la psicanalisi (i rapporti tormentati con la famiglia, l’infanzia problematica) e la sociologia nell’era delle comunicazioni di massa (la popolarità come fine ultimo dell’esistenza, il ruolo di primo piano di stampa e televisione per raggiungere lo status della fama). Non c’è che dire: per essere una semplicissima (in quanto a linearità narrativa e limitatezza di luoghi e personaggi, nonché per la produzione modesta) fiaba nera, questo film stupisce perfino; rimane però attaccato allo standard hollywoodiano per eccellenza, cioè quello dell’happy ending, travolgendo tutti i personaggi (sopravvissuti) della storia in un finale pacificatorio ed in quanto tale sbrigativo e pure illogico. Ma l’intera trama di The green butchers è costellata di grottesco ed insensato (soprattutto nella figura di Svend), come l’idea per cui, in un paesino, due tizi possano fare fuori un discreto numero di persone a loro legate senza che nessuno dubiti di loro. La vita – sembra suggerirci questa storia – sa essere talvolta bizzarra, imprevedibile, fortunosamente affascinante: e allora perché quel (penalizzante) finale? 6/10.
Due garzoni di macelleria, stanchi dei soprusi del capo, decidono di aprire un negozio in proprio. Gli affari vanno male, poi un incidente fortuito cambia le loro vite…
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta