Regia di Jeong-beom Lee vedi scheda film
Thriller di grande successo in patria – secondo quanto ho appreso da bradipo68, che ringrazio del suo minuziosissimo ed interessante articolo sul cinema sudcoreano di qualche tempo fa; grazie anche a lui sto esplorando con una certa voracita’ mondi per me magari non nuovi, ma che mi permettono certamente di approfondire la conoscenza di panorami cinematografici interessantissimi, nel contesto di una nazione che sta vivendo sotto questo profilo un periodo molto fertile sia in termini numerici che qualitativi.
La vicenda i questo cupo noir e’ intricata quel tanto che basta per catturare lo spettatore. Ho assistito al film in compagnia di altre cinque persone per nulla avvezze a questo genere, tutti stretti attorno ad un caminetto tra le mura di una casa di montagna sommersa dalla neve: nonostante queste non incoraggianti premesse non e’ andata male: quasi tutti hanno resistito piuttosto bene, incolumi sino alla fine, nonostante alcune scene non proprio facili da digerire, soprattutto quelle cosi’ esplicite relative all’espianto abusivo di organi ai danni di povere vittime innocenti, spesso minorenni.
L’uomo venuto dal nulla e’ un bel giovane misterioso, pettinatura da eroe manga, stiloso e affascinante. Ci viene mostrato che gestisce un banco dei pegni nel sottoscala di un fatiscente palazzo popolare. L’unica sua amicizia e’ quella con una bambina sui dieci anni, sveglia e un po’ ladra, sempre sola in quanto la madre lavora in uno strip-bar; nel bazar dell’uomo la bimba trova rifugio, protezione e comprensione da un mondo freddo e ostile dal quale la ragazzina si appropria furtivamente di cose quasi piu’ per sfida che per necessita’. Quando la madre ruba ad un corriere una grossa partita di droga appartenente ad una banda di violenti spacciatori, in poco tempo si innesta una caccia spietata all’autore del furto, mentre la polizia segue non troppo da vicino il turpe commercio di stupefacenti per cercare di estirparne i mandanti.
La tragedia arriva presto: madre e figlia vengono rapite, la merce sottratta presto recuperata, ed in piu’ la donna viene liquidata brutalmente con l’espianto di tutti gli organi possibili, immessi nella rete del turpe commercio clandestino. Al nostro uomo misterioso tocchera’ dunque tornare in azione per cercare di salvare la bambina, che e’ ormai l’unico vero legame umano che gli e’ rimasto. In questo contesto viene anche chiarito il passato oscuro dell’uomo, che appare troppo perfettamente addestrato e a suo agio nel districarsi in situazioni di emergenza per non destare sospetti sui suoi incogniti trascorsi.
A parte una certa difficolta’- propria ritengo di tutti noi europei - a districarci nei molteplici personaggi che affastellano la fitta trama – difficolta’ dovuta sopratuttto al fatto che non riusciamo perfettamente ad identificare fisicamente i differenti co-protagonisti che si affacciano nell’intricata vicenda - il film procede mantenendo un certo interesse per una vicenda certamente non nuova ne’ tantomeno originale, ma girata con indubbia eleganza, accuratezza e una certa cura nell’ambientazione, cupa e livida come si conviene ad un noir metropolitano ad hoc.
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