Regia di Dario Baldi vedi scheda film
Un uomo scopre che il fratello, creduto morto, vive in realtà a Cuba. Si reca sul posto per riportarlo a casa, ma rimane affascinato dall'isola e lì trova una nuova vita e un nuovo amore.
Remake non autorizzato o divagazione sul tema di Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa? (Ettore Scola, 1968, con Sordi e Manfredi), Faccio un salto all'Avana è una commediola dalla scarsa verve, condita di situazioni stereotipate e di battute da avanspettacolo, affidata a due mattatori inequivocabilmente limitati che rispecchiano i tempi difficili per il cinema nostrano: Enrico Brignano e Francesco Pannofino. Tutt'altro che incapaci, ma certamente inadatti: i due come accoppiata comica sul grande schermo rendono forse il dieci per cento di quanto potrebbero e i sospetti che ci sia la complicità di una sceneggiatura priva di intuizioni originali sono forti; il copione è firmato da Lorenzo De Marinis e Massimiliano Orfei, ma proviene da un soggetto di nientemeno che i fratelli Vanzina. Terza regia per Dario Baldi, che aveva già avuto a disposizione Brignano per il precedente Gli anni verdi (2010), il film si sviluppa con rapidità fors'anche eccessiva nel primo quarto d'ora, durante il quale già si capisce come la vicenda andrà a concludersi; l'unico colpo di scena degno di nota - relativo cioè alla fine che farà il personaggio di Pannofino - arriva negli ultimi minuti. In mezzo c'è tanta banalità, a partire da un duo di interpreti che parlano in romanesco in mezzo alla popolazione cubana, riuscendo a farsi sempre comprendere a perfezione. Altri nomi sul cartellone: Paola Minaccioni, Isabelle Adriani, Virginia Raffaele, Aurora Cossio e Antonio Cornacchione, in un cameo. La leggenda di Bob Wind (2016) sarà il successivo lungometraggio di Baldi. 2,5/10.
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