Regia di Werner Herzog vedi scheda film
Questo è il terzo cortometraggio del ventiquattrenne Herzog, già improntato a un cinema polemico, metaforico e che racconti l'umanità dal punto di vista della follia. A un certo punto di questo breve film si accenna a una nobildonna che, secoli or sono, faceva uccidere belle ragazze per fare il bagno nel loro sangue; il commento della voce fuori campo è laconico: se non fosse stata ricca e potente, l'avrebbero certo considerata pazza. Cos'è quindi la pazzia? Soltanto una forma di minoranza (e su questo punto il regista ritornerà spesso nel corso della sua carriera). La guerra è senz'altro una cosa da folli, ma Herzog - anche sceneggiatore - sceglie la tagliente arma del sarcasmo per confondere le carte in tavola: combattere un nemico è necessario, ci dice (e fin qui si potrebbe anche essere d'accordo, sebbene il concetto di 'nemico' sia discutibile), ma quando il nemico non avanza o semplicemente latita, ecco che bisogna andarlo a stanare. Forse un accenno al contemporaneo intervento Usa nel Vietnam, apparentemente gratuito? Di sicuro l'idea di fondo di questa Difesa esemplare è apertamente antimilitarista; a chiudere il cerchio un dettaglio elargitoci sempre dalla voce fuori campo (non ci sono dialoghi in questo corto): in questo palazzo tempo addietro ci fu un ospedale psichiatrico. Ma i pazzi erano quelli ricoverati ai tempi del manicomio o sono piuttosto i quattro invasati guerrafondai che si ritrovano adesso al loro posto? 6/10.
Quattro uomini trovano armi e divise militari dentro a un palazzo abbandonato. Sono residuati bellici, con i quali cominciano a preparare la difesa della costruzione come se fosse una fortezza. Ma ancora manca il nemico: e allora bisogna uscire a scovarne uno.
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