Regia di Werner Herzog vedi scheda film
Nove minuti. Soltanto nove minuti di durata, ma l'esordio nel cinema di Werner Herzog, appena ventenne (!), può dirsi più che soddisfacente: un montaggio rapidissimo offre il ritmo scatenato della riflessione dell'autore (anche sceneggiatore, montatore e produttore), che su un sottofondo musicale jazzato del sassofonista Uwe Brandner pone le basi per un discorso logicamente ineccepibile e dalla portata pressochè sconfinata. Ovvero: a che cosa servono i superuomini? Se è vero che abbiamo un culturista, Mister Germania 1962, un Ercole moderno dai poderosi muscoli e dallo sguardo tronfio delle proprie capacità fisiche, sarà altrettanto possibile credere in una nuova realizzazione delle (anch'esse moderne) dodici fatiche? Questo novello semidio potrà ripulire le nostre intasate discariche di rifiuti, debellare le sconfinate code di automobili lungo le strade, impedire allo spauracchio della guerra di rovinare i nostri giorni? Chiaramente è tutta retorica, ma dietro al velo di ironia degli accostamenti di immagini c'è pur sempre una logica ineccepibile, ancora più da apprezzare se si considera la giovanissima età dell'autodidatta autore. Da constatare anche la già presente vena pessimista - non disperante o arresa, semplicemente sfiduciata - di Herzog. 6/10.
Mister Germania 1962, culturista nerboruto, si allena. Nel frattempo fuori ci sono la guerra, le discariche intasate, le code sterminate di automobili...
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