Regia di Raffaele Piscitelli vedi scheda film
Questo mediometraggio indipendente si prende l'impegno di parlare della persecuzione degli omosessuali durante il regime nazionalsocialista per mezzo della "storia" di una compagnia teatrale in crisi che trova ispirazione appunto progettando uno spettacolo su questo tema. Va detto subito che le buone intenzioni sono totalmente deturpate da un risultato assolutamente pedestre e ridicolo, rivoltante per la sua approssimazione da ogni punto di vista (tranne solo l'efficacia del trucco per le ferite dei torturati): regia traballante, banale e sciatta, recitazione dilettantesca e imbranata peggiore di qualsiasi mediocre recita scolastica e dove proprio nessuno si salva (forse la sola, ignara, Claudia Piscitelli, che non dice nulla), sceneggiatura approssimativa e dialoghi al limite dell'idiozia, noia mortale e irritazione per il carattere grottescamente ridicolo delle "caratterizzazioni" e della rappresentazione teatrale che tenterebbe uno stile "surreale".
Fu presentato incredibilmente anche alla Mostra del cinema di Venezia (!) godendo pure di una uscita in dvd. Difficilmente avrete la possibilità comunque di vederlo, in tal caso lasciate perdere tranquillamente e caso mai recuperate Paragraph 175 di Epstein e Friedman. 1
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