Regia di Stephen Quay, Timothy Quay vedi scheda film
Anamorphosis è il titolo alternativo di questo documentario animato, e ne denota l’argomento: si tratta della particolare tecnica pittorica - descritta per la prima volta da Leonardo da Vinci - che prevede di inserire, in un dipinto, figure sottoposte ad una estrema deformazione prospettica, tanto da renderle irriconoscibili a chiunque guardi il quadro frontalmente. Soltanto allontanandosi lateralmente, l’osservatore può vedere le immagini nel loro aspetto reale. A tale espediente sono ricorsi vari artisti, soprattutto allo scopo di inserire, nelle loro creazioni, in maniera non immediatamente percettibile, la loro vera chiave di lettura: è questo un modo per poter distinguere, in un’opera puramente figurativa, tra l’apparenza che risulta in superficie e la realtà che si nasconde dietro di essa e che richiede, per essere scoperta, l’adozione di un punto di vista non convenzionale. I più illustri esempi di dipinti anamorfi presentati nel cortometraggio sono la tela Gli Ambasciatori di Hans Holbein (1533) e l’affresco del 1642, avente come soggetto San Francesco da Paola, realizzato da Emmanuel Maignan presso il monastero della SS. Trinità dei Monti, a Roma.
Il soggetto di questo documentario è pienamente coerente con la poetica cinematografica dei fratelli Quay, sempre tesa a sfidare la visione dello spettatore con forme, movimenti e sviluppi narrativi inconsueti, impossibili da ricondurre a modelli acquisiti ed alle strutture concettuali e logiche di uso comune. De Artificiali Perspectiva è un’insolita incursione nella storia dell’arte, che, scoperchiandone un insospettato lato oscuro, assume il carattere fosco ed enigmatico del tipico giallo all’inglese.
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