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Meat Grinder

Regia di Tiwa Moeithaisong vedi scheda film

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La recensione su Meat Grinder

di pazuzu
8 stelle

Il sapore di una giusta vendetta non è diverso da quello del buon cibo.

Buss gestisce un carretto ambulante sul quale vende comuni piatti di tagliolini che lei stessa prepara. Ma quando un giorno, dopo essersi trovata per caso nel mezzo di una rivolta di piazza, trova in un vano dello stesso il cadavere di un ragazzo che ci si era nascosto per sfuggire alle botte della polizia, decide di farlo sparire trasformandolo nell'ingrediente principale (e segretissimo) in grado di dare al proprio cibo una marcia in più.
Questa, in soldoni, è la traccia alla base di Meat Grinder, truculento horror thailandese che già nell'incipit ha una vera e propria dichiarazione d'intenti: pronti via, ed ecco infatti che, attraverso il bianco e nero sgranato e sporco di un videoproiettore, scorrono le immagini di una donna (che scopriremo presto essere la madre di Buss) intenta a scorticare sminuzzare e condire un corpo umano in uno scantinato, con un altro a pochi metri, appeso ad un gancio come un quarto di bue in una macelleria, e sospeso sopra un enorme pentolone ricolmo di una non meglio identificata brodaglia bollente.
Terminata l'introduzione con annessi titoli di testa, le immagini acquistano colore e pulizia. Ed inizia la giostra. Ma guai ad aspettarsi il solito grand guignol gratuito e decerebrato. Sia chiaro: in Meat Grinder il sangue scorre a fiumi, ed il regista Tiwa Moeithaisong non risparmia particolari cruenti capaci di portare al limite anche gli stomaci più resistenti (dita inchiodate al pavimento, arti mozzati, viscere e crudeltà assortite), ma li inserisce nel contesto di una storia stratificata e complessa incentrata sul personaggio della protagonista sui conflitti della sua personalità disturbata e sulla genesi del suo sadismo. La trama del film (della quale è bene svelare il meno possibile) agli occhi di uno spettatore poco attento può apparire confusa e contorta. Perché Moeithaisong rinuncia ad una narrazione cronologica e lineare, preferendo destrutturare il racconto e disseminare per tutta la durata della pellicola gli indizi necessari a comprendere i comportamenti e le ragioni di tanta cattiveria: il passato di Buss, costellato di violenze familiari d'ogni tipo, viene quindi rivelato poco alla volta in corposi flashback che si sovrappongono, così come realtà ed immaginazione, ad un presente altrettanto fosco e disperato, nel quale tutti i nodi della follia cui è stata indotta verranno al pettine.
Meat Grinder è un torture porn con l'anima, un thriller psicologico affogato nel sangue che cresce e coinvolge con il passare dei minuti, che vale non solo per i trucchi oltremodo realistici di Vitaya Deerattakul, ma anche per la sceneggiatura equilibrata di Samonggu, oltre che, soprattutto, per l'interpretazione sofferta espressiva ed emotivamente potente di Mai Charoenpura, che dona alla sua Buss una pazzia ed un dolore tremendamente umani, e per l'ottimo lavoro di Tiwa Moeithaisong sia come direttore della fotografia, dove alterna il bianco e nero (espediente scontato ma funzionale per la rappresenzazione dei flashback) a colori caldi e saturi giocando con profitto sui contrasti, sia come regista e montatore, raggiungendo punte di malata poesia nella sequenza in cui le romantiche note di una canzone d'amore fanno da trait d'union tra un tenero scambio di effusioni, lo smembramento di un cadavere, ed un adulterio consumato con violenza.
Un discorso a parte meritano le traversie distributive del film: Meat Grinder, infatti, è stato massacrato in patria dalla censura, che ha imposto tagli per oltre 11 minuti, intervenendo non solo sulle scene di violenza ma anche su momenti sostanziali del racconto con lo scopo di mitigarne il senso, ed aggiungendo qua e là didascalie con messaggi di presa di distanza dalle immagini mostrate, motivando il tutto con l'accusa mossa al film di aver posto in cattiva luce il cibo thailandese. Anticipata da diverse altre più o meno incomplete, compresa una taiwanese erroneamente indicata come uncut ma in realtà tagliata di scene cruente per circa un minuto, la versione integrale di Meat Grinder è stata edita nel 2010 per il mercato home video britannico (via 4Digital Media) e per quello tedesco (via Illusions). Un'esaustiva disamina delle differenze tra le varie edizioni è presente sul sito tedesco Schnittberichte (http://www.schnittberichte.com/schnittbericht.php?ID=218693).

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