Regia di Peter Greenaway, Tom Phillips vedi scheda film
Il progetto ambizioso del canale televisivo (!) inglese Channel Four di una messa in immagini della Divina commedia dantesca ha coinvolto P. Greenaway già nel 1984 con la collaborazione alla regia di Tom Phillips, studioso e traduttore di Dante Alighieri e anch'egli pittore, e una prima realizzazione del Canto V dell'Inferno. Nel 1988 il progetto prende maggior consistenza e viene portata a termine una serie con i primi otto canti.
La particolarità di questi film, oltre che nella colossalità "ideologica" di una delle pietre miliari della letteratura mondiale, sta anche nello sfruttamento delle potenzialità delle nuove tecnologie visuali elettroniche e tutto ciò non può non appartenere al mondo greenawayano, per antonomasia legato necessariamente all'incontro tra i saperi, alle pluralità dei mezzi espressivi, dei significanti e dei significati, un cosmo stratificato e percorribile nello spazio e nel tempo con l'illusione della vista, dell'udito e dell'intelletto ordinatore, e il poema dantesco entra a farne parte (o viceversa) per mezzo delle scomposizioni metaforiche e analitiche dell'elettronica, collegando l'antichità del testo con l'attualità, legandosi nei concetti comuni e universali con passo cadenzato, visioni che si imprimono, versi che fluiscono, digressioni esplicative come note a pie' pagina, rumori, suoni e riquadri che non sono mera illustrazione (ciò da cui il regista rifugge sempre), ma corpo unico. 8 1/2
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