Regia di Lew Landers vedi scheda film
Uno dei migliori western del ciclo Holt/Martin, forse il più divertente.
La storia della ragazza ricca e viziata che si traveste da uomo per fuggire alla vigilanza del padre e tornare a San Francisco dall'uomo che ama, da origine ad una avventura tutta giocata sul comportamento che gli altri tengono verso di lei credendola un lui.
Il film è ben riuscito anche grazie alla capacità della protagonista ('Jeff ' Donnell, il cui vero nome era Jean Marie Donnell ma che lei cambiò in onore del personaggio di un cartone animato che amava da bambina) di rendere simpatico il suo personaggio davvero petulante ma allo stesso tempo impaurito.
L'elemento di commedia solitamente fornito dal rapporto che il gentiluomo dall'interminabile nome Chito Jose Gonzales Bustamante Rafferty intrattiene con le ragazze che però non vuole sposare, è qui quasi del tutto sostituito dalla verve di Jeff, con la quale spesso interagisce.
Quando Chito si presenta alla giovane Jessie con la solita tattica da piacevole caballero (la parte messicano/spagnola in lui è quella che si dedica alle donne, mentre quella irlandese è quella che lo sostiene nelle lotte) tutto quello che ottiene è un secco
“Who cares?” (“chissenefrega”)
pronunciato con umiliante noncuranza.
La giovane approfitta di una fermata della diligenza per vendere il proprio vestito da elegante fanciulla e sostituirlo con uno da cowboy.
Il padre intima che la diligenza non dovrà muoversi fino a che la figlia non sarà ritrovata, e proprio lei, camuffando la voce e nascondendosi dietro la tesa del cappello, si sporge dalla diligenza rivendicando la sua fretta di raggiungere la stazione ferroviaria, ottenendo la reazione indignata dell'uomo che arriva ad offrire cento dollari per non far partire le diligenza, ma invano.
La diligenza viene fermata dai banditi, che cercano l'uomo rimasto in città e la figlia, lasciandoli a piedi nella prateria. Dave (un eccellente Tim Holt) e Chito, insieme a Birdie (la bella Carol Hughes), non hanno altro da fare che tornare al ranch a piedi, ma Jessie si rifiuta.
“Ci penso io”, dice Chito a Dave che si è ormai rassegnato a lasciarla lì ad arrangiarsi. Si avvicina alle spalle di Jessie e sibila come un serpente, ottenendo l'effetto voluto.
Non mancano le sparatorie serie, ed il film mantiene un mirabile equilibrio pur propendendo dal lato della commedia.
Jessie scappa e Dave la raggiunge, la sculaccia e la difende dai banditi che vogliono eliminarla – è l'unica ad aver visto in faccia uno degli assalitori precedenti. Giunge la notte, il momento giusto per gli equivoci. Jessie fa finta di aver freddo, ed Holt le fornisce la coperta, si offre anche di scaldarla lui.
Alla fine Jessie si toglie il cappello lasciando ricadere la folta chioma, confessando di essere una ragazza. Dave l'ha sempre saputo, la stuzzicava apposta con proposte equivoche, voleva vedere fino a dove sarebbe arrivata pur di non rivelarlo.
I cattivi hanno la peggio, lei cambia idea e decide di rimanere con Dave.
“Forse cambi idea troppo in fretta!”
la redarguisce Dave, lasciandola cadere di braccio dopo che lei ha finto di svenire.
Eppoi è troppo ricca, si adatterebbe mai ad una vita da povera ranchera?
Pare proprio di sì, e con la benedizione del padre si conclude una piacevolissima ora di buon vecchio western anni '40, capace di dire assai più con una semplice storia senza pretese, di molti cosiddetti film d'autore contemporanei.
Piccolo gioiellino di buon gusto.
Sulla regia di Lew Landers
Ottima.
Sull'interpretazione di Tim Holt
Sei ormai uno dei miei cowboys preferiti, o mitico!
Sull'interpretazione di Richard Martin
Sempre simpatico nel ruolo del gentiluomo mezzo spagnolo e mezzo irlandese, personaggio che ha recitato in diversi film slegati l'uno dall'altro.
Sull'interpretazione di Jeff Donnell
Eccellente.
Sulla colonna sonora
Ottima.
Ottima.
Ottima.
Sei ormai uno dei miei cowboys preferiti, o mitico!
Sempre simpatico nel ruolo del gentiluomo mezzo spagnolo e mezzo irlandese, personaggio che ha recitato in diversi film slegati l'uno dall'altro.
Eccellente.
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