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Prayers for Bobby

Regia di Russell Mulcahy vedi scheda film

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La recensione su Prayers for Bobby

di alan smithee
7 stelle

locandina

Prayers for Bobby (2009): locandina

Quando la fede sfocia in fanatismo e devasta i già precari equilibri entro i quali si libra, appeso come sopra una fune, un valido ed intelligente ragazzo di vent'anni, ottimo studente, brillante in ogni campo e disciplina; il figlio perfetto che ogni madre ed ogni famiglia, tanto più se esigente e ancorata ai valori tradizionali della famiglia e della disciplina – come in questo caso – si aspetta e si inorgoglisce di avere al suo interno.

Ma Bobby, che è bello, brillante e piace alle ragazze sue coetanee, da tempo si rende conto che non riesce a provare quella attrazione naturale, quel trasporto potente che diviene prorompente ad esempio nel fratello maggiore, solo di un paio di anni più grande.

Una confidenza a quest'ultimo costituisce la miccia che accende un focolaio che presto porta all'esplosione del dramma. Un'esplosione alimentata dalla impossibilità della famiglia, ed in testa da parte di una madre, di accettare ed arrendersi ad una inevitabile condizione umana che invece la donna pretende di estirpare come un'erba infestante; di cancellare con un lavaggio del cervello come fosse una turpe metastasi da estrarre finché si è ancora in tempo per farlo.

Il famoso regista australiano Russell Mulcahy, noto fino ad oggi soprattutto per aver diretto action movies spesso noti se non epocali (Highlander e qualche seguito di esso su tutti, ma anche il suo esordio pulp-horror con Razorback non era niente male), ci sorprende per finezza e tatto dirigendo un toccante dramma dell'intolleranza e del pregiudizio, condizioni che finiscono per essere pericolose e fatali come delle vere e proprie armi da fuoco.

Il rimorso di una madre intollerante e cieca dinanzi alla possibilità di analizzare la problematica con lo sguardo razionale di cui l'uomo, almeno in via teorica, può essere in grado di dotarsi, finisce per diventare la pistola alla tempia che segna, prematuramente ed in modo devastante, la vita di un giovane sensibile e buono che si sente perduto, inadeguato e, cosa ancor più sconvolgente, malato di un malessere inguaribile.

Prayers for Bobby è un film per la Tv che rispetta con una certa coerenza i percorsi narrativi tradizionali imposti da una programmazione massiva aperta ad ogni fascia di pubblico, ma è diretto con finezza e girato con estrema semplicità, affondando le basi del racconto alla radice del problema senza tergiversamenti inutili e giri di parole.

Nominato e premiato in molte circostanze ed occasioni, il film di Mulcahy si avvale prima di tutto dell'interpretazione magistrale di Sigourney Weaver nei panni di una madre inizialmente bigotta ed intransigente, devastata in seguito dal dolore più insopportabile per una genitrice, e per questo avviata ad un percorso di “conversione” verso la ragione: un cammino volto non tanto a distoglierla da una fede legittima e responsabilizzata, ma piuttosto ad aprirle la mente su tematiche e aspetti di vita che, se affrontati per tempo e con la lucidità del dopo, le avrebbero consentito di veder crescere e realizzare tutte le aspettative e le tappe di crescita del suo meraviglioso figlio Bobby.

 

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