Espandi menu
cerca
La morte del signor Lazarescu

Regia di Cristi Puiu vedi scheda film

Recensioni

L'autore

mm40

mm40

Iscritto dal 30 gennaio 2007 Vai al suo profilo
  • Seguaci 164
  • Post 16
  • Recensioni 11128
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su La morte del signor Lazarescu

di mm40
4 stelle

Una sera un vecchio ubriacone che vive da solo si sente male. Portato in ospedale, viene dichiarato spacciato.

 

Difficile spiegare la locandina, colorata e sorridente, e ancor più difficile dare un senso a lanci del calibro “The most acclaimed comedy of the year” o, anche peggio, “A comic masterpiece”: perché ne La morte del signor Lazarescu di comico o semplicemente di ironico, di leggero, di surreale e perfino di grottesco non c’è proprio nulla di nulla. C’è invece un impietoso ritratto a tinte cupe (ambientato di notte, quasi sempre dentro a stanzine opprimenti piene di gente confusa e trafelata) dei nostri miserabili giorni, quelli nei quali gli anziani in difficoltà rimangono soli, gli ospedali sono al collasso e i medici stremati, e spesso rifiutano di prendersi le loro responsabilità e si comportano in maniera semplicemente disumana. Al povero signor Lazarescu dicono in faccia che sta per morire come se parlassero di banalità, viene trattato come un matto o come un criminale, viene tolta la libertà pur non ricevendo alcun tipo di cura: preso in ostaggio da esseri umani frustrati, stressati all’eccesso oppure proprio incapaci. E sta morendo. Il calvario di un ometto qualunque, di un povero Cristo a cui non viene neppure concesso di tirare le cuoia decentemente: questo raccontano le due ore e mezza (!) di questa pellicola, la seconda diretta da Cristi Puiu a quattro anni di distanza da Marfa si banii (2001). Ed è una storia fin troppo vera, fin troppo comprensibile e nient’affatto legata all’ambientazione rumena o al 2005 in cui l’opera esce: la morte del signor Lazarescu potrebbe capitare (e capita, presumibilmente) a tante persone ancora oggi, dappertutto. Bene Ion Fiscuteanu, il protagonista, ma molti dubbi rimangono sulla regia eccessivamente verista di Puiu: musiche ridotte allo zero, camera a mano (e pure tremolante, spesso), montaggio prolisso, inefficace (Dana Bunescu) per una storia – sceneggiatura di Razvan Radulescu e del regista – riassumibile in appena una riga e che sullo schermo si trascina per 154 minuti. Messe straordinaria di premi attorno al pianeta, incluso l’A certain regard per Puiu. 4/10.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati