Regia di Eugenio Cappuccio vedi scheda film
Eugenio Cappuccio sa comunicare un ampio raggio di sensazioni nelle sue commedie, che non sono certo sgangherate e futili, tanto che vedendo questo suo film mi pare ovvio che al pubblico più vasto non sia piaciuto (tanto che fu un flop abbastanza sonoro in una stagione in cui ogni commedia italiana incassava parecchio), proprio perché tra le sue corde c’è più uno sguardo malinconico che la voglia di far semplicemente ridere.
Piero Cicala (Emilio Solfrizzi) ballò per una sola estate, nell’ormai lontano 1981 quando con una canzone “tormentone” divenne famosissimo.
Purtroppo poi volle fare l’autore e col pezzo serio venne subito accantonato, fino ad oggi quando ormai quasi calvo e dissestato nella vita gli si presenta l’occasione di apparire in televisione per ricordare i tempi che furono.
E nella sua trasferta avrà modo di conoscere la venerata star Talita Cortes (Belen Rodriguez) che gli offrirà la definitiva occasione per levarsi di dosso l’apatia che ormai da troppo tempo contraddistingueva le sue giornate.
Non un film riuscito al 100%, ma ci sono comunque diversi spunti interessanti sparsi con un certo equilibrio in tutto il racconto, tranne forse negli ultimi 15 minuti quando la narrazione arranca un po’ troppo senza riuscire sempre a comunicare in modo limpido quello che dietro le quinte si nasconde.
Punto di forza sono la coppia di interpreti, con un Emilio Solfrizzi che sa dosarsi e soprattutto riempire di sfumature il suo personaggio come tanti (meteora del successo), penalizzato dal fatto di aver voluto dimostrare di non essere solo un fenomeno da baraccone.
Anche Belen non sfigura in un personaggio che sembra avere tanto di suo (quindi dovendo ridurre al minimo l’impatto della recitazione che certamente non può che essere di base) ed i due assieme hanno una buona alchimia di fondo che il regista riesce a sfruttare in maniera egregia, incasellandoli in un lavoro poco uniforme che però sa cambiare pelle più volte lungo il suo percorso mancando solo di un po’ di incisività e di peso nei momenti chiave.
Così finisce per sembrare fin troppo ordinario, in realtà forse è un po’ trattenuto quando avrebbe dovuto esplodere, un film un po’ d’autore ed un po’ libertino, un mix anomalo, da un lato accattivante e dall’altro anche un po’ respingente.
Direi che nel complesso non è affatto male (inquadrato per quello che è ovviamente, senza quindi pretese enormi), sarà anche che temevo il peggio alla vigilia della visione, sicuramente imperfetto, ma anche con una sua vivida ragion d’essere.
Particolare.
Prova a dare un taglio personale alla storia che racconta con risultati alterni, ma con più (non troppe) note positive.
Anima, corpo e cuore del film.
Bravo.
Funzionale nell'unico personaggio che potrebbe interpretare al cinema (a parte le commedie più sguaiate).
In poche scene riesce a fornire una caratterizzazione efficace.
Vivace.
Contributo sufficiente.
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