Regia di Eugenio Cappuccio vedi scheda film
E' sempre divertente vedere Emilio Solfrizzi parlare nel suo dialetto e fare forse il verso a se stesso, ma non lo è altrettanto questo film. La trama si avvia bene e nonostante delle buone premesse, offre molto meno di quel che lascia pensare all'inizio di poter offrire poichè diventa gradualmente fiacca e sconclusionata. Ha per protagonista un cantante dimenticato dal pubblico, Piero Cicala, che cerca di risalire sulla cresta dell'onda del successo spinto da qualcuno che bene o male crede ancora nelle sue capacità e supportato da una modella che gli infonde coraggio per la quale lui farà altrettanto. Entrambi pian piano diventeranno più forti, stop. Tutto qui quello che viene raccontato perciò, a parte una certa retorica riguardante i vantaggi e gli svantaggi del mondo dello spettacolo, il film ha ben poco altro da offrire. Nonostante non sia una delle solite e frivole cavolate italiane, non è riuscito a collocare bene, con la giusta dose ed alternanza, ma soprattutto col giusto effetto, comicità e malinconia. Manca un po' di cuore e di anima in tutto questo, non c'è ombra di un po' di sentimento, tutto è giostrato molto freddamente e quindi non emoziona e non trasmette nulla, senza contare che anche il progressivo calo di ritmo nella storia e la sempre più rapida e biasimevole inefficacia dei suoi dialoghi hanno influito sull'impressione negativa che hanno avuto alla fine tutti quegli spettatori che come me, si aspettavano di più davvero. Peccato, perchè in fondo come film una certa curiosità la suscita, anche se alla fine della visione si vien lasciati con un senso di delusione e d'insoddisfazione...
Parecchio imbruttito ed invecchiato per volere di copione, si cala comunque bene nella parte perchè è spontaneamente divertente e carismatico. Bravo come sempre.
Non male nel ruolo di una modella un po' fredda e snob. E' un ruolo che le calza a pennello data la sua inespressività attoriale.
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