Regia di Spike Lee vedi scheda film
Malinconico ed interessante viaggio nel mondo del Blues.
Alla fine degli anni '60 alcuni bambini stanno per cominciare una partita di baseball. Manca un giocatore e i ragazzini chiamano il loro amico Bleek, che sta studiando musica. Lui vorrebbe giocare ma la madre non lo lascia. Anni dopo Bleek suona in una blues band, frequenta due donne ed ha successo. Ma è felice? Dopo molte vicissitudini ritroviamo Bleek bambino, che finalmente può giocare!
Un malinconico Spike Lee utilizza il jazz (nel suo sottogenere blues) per raccontare il senso della vita musicalmente e metaforicamente. A tratti sembra un lungo (ma riuscito) videoclip con trama. Si apre e si chiude sulla stessa scena e, nel centro della storia, tutta una vita (con i piaceri e le delusioni che il mondo dello spettacolo riserva). La colonna sonora, ottima, ottenne la nominations al Grammy Awards del 1990. Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 1990, con il regista Spike Lee assente (era rimasto offeso dagli europei per il trattamento riservato al suo FA' LA COSA GIUSTA, l'anno precedente al Festival di Cannes). Nel film si nota un particolare sistema di ripresa dove sembra che lo sfondo travolga il protagonista, dando un senso di spaesamento e vertigine in profondità stereoscopica. Questo immagine è creata mettendo sul carrello sia l'attore che la macchina da presa (info a cura della Mostra di Ottica Polarizzata Stereoscopica Persol 3D CALL Luxottica). Molto belli i colori accesi della fotografia, forse un po' troppo lungo come durata.
Recensione scritta da Davide Lingua, Dizionario del Turismo Cinematografico, Verolengo, Wikipedia.
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