La recensione su Le monachine

di undying

7 stelle

Cinema di buoni sentimenti, garbatamente ironico, interpretato da un notevole cast artistico. Dirige, con raffinata tecnica e infantile poesia, l'indimenticabile Luciano Salce.

Quercianello, piccolo paese collinare attraversato dal traffico aereo che percorre la rotta Roma-Milano-Monaco, ospita un orfanotrofio gestito dalle monache di un convento. Al suo interno è presente un prezioso affresco del '300 - dedicato alla santa locale, Domitilla - danneggiato dalle continue vibrazioni provocate dai rumorosi velivoli di passaggio. Suor Celeste (Catherine Spaak), propone di recarsi a Roma per avanzare la richiesta di modificare il tratto di linea. Assieme a suor Rachele (Didi Perego), e al piccolo Damiano (Sandro Bruni), la comitiva si mette in viaggio, guidata da Giovanni Menegatti (Umberto D'Orsi), il custode del convento, detto "Spugna" per via del suo attaccamento alla bottiglia. Tra un malinteso e l'altro il gruppo riesce comunque a raggiungere il dott. Bertana (Amedeo Nazzari), direttore della compagnia aerea interessata.

"Le vie del cielo sono infinite, ma i nostri aerei le percorrono tutte."

(Bertana)

Le monachine: (da sinistra) Didi Perego, Amedeo Nazzari, Catherine Spaak

Simpatica commedia scritta da Franco Castellano e Giuseppe Moccia, diretta con divertita partecipazione da Luciano Salce (1922 - 1989). Le monachine ruota attorno agli innocui fraintendimenti provocati dalla ingenua e candida innocenza "provinciale" delle due suore protagoniste, costrette a divincolarsi in una Roma caotica e frenetica. Tra set cinematografici (con ciakkista un irriconoscibile, per quanto giovane, Jimmy il Fenomeno), traffico delirante e strutture architettoniche arredate, internamente, da oggetti tecnologici (esilarante la lettera di suor Celeste, redatta nella sala delle "telescriventi"), le due testarde monache riescono miracolosamente a raggiungere l'obiettivo. Parte del merito va attribuito al sodale Spugna (uno strepitoso D'Orsi), tuttofare al servizio del convento, autista spericolato (!) e persino in grado di vincere una competizione di Judo (contro il vigile urbano che ha i lineamenti di un virginale Lando Buzzanca, ottimo e simpatico attore, scomparso - a dicembre del 2022 - nel silenzio, agghiacciante, dei media). Grazie alle 50.000 lire incassate come premio, i tre diventano azionisti della compagnia aerea, riuscendo così a partecipare a una determinante riunione riservata ai soci. La storia, semplice e ricca di continue battute, in buona parte dovute alla presenza del simpatico bambino (Sandro Bruni, la cui breve carriera cinematografica si esaurisce con la presenza in solo altro film dello stesso anno, il 1963: I cuori infranti), punta su un diretto, positivo e solido proverbio, espresso da una giovanissima, sdolcinata, splendida nel suo abito sacrale, Catherine Spaak: "Chi bene fa, bene riceve". Le monachine, riservato a un pubblico di tutte le età, che sia però alla ricerca di buoni sentimenti e di indispensabile ottimismo, resta impresso per la garbata ironia che lo pervade, per la notevole tecnica di messa in scena e per la presenza di attori di grande carisma, sui quali emerge, in assoluto, il compianto, affabile, Umberto D'Orsi (1929 - 1976, memorabile il suo attaccamento alla "Vecchia Romagna", quando ospite in casa Bertana, con l'inevitabile sbronza che ne segue).

Le monachine: Umberto D'Orsi e Didi Perego

Curiosità

Suor Rachele (Didi Perego), all'aeroporto di Roma, nota una bilancia e decide di pesarsi. Sale sulla pedana, inserisce una monetina e una voce, emessa dallo strumento, pronuncia: "Chilogrammi: 91". La suora scende, appoggia a terra una enorme borsa che teneva in spalla, inserisce un'altra moneta e si posiziona di nuovo sulla bilancia. Ma il responso non cambia: "Chilogrammi: 91". La voce registrata, inequivocabile, è quella dello stesso regista, Luciano Salce.