Regia di Roy Ward Baker vedi scheda film
Primo capitolo di una trilogia sul mito del vampiro (declinato in versione femminile) ispirata a Le Fanu e al suo Carmilla. In realtà si tratta di un velato saggio sulla pulsione omoerotica coinvolgente solo donne, diretto con raffinato e delicato gusto visivo da Roy Ward Baker.
Nel tentativo di eliminare il flagello del vampirismo, annidato al castello dei Karnstein, il barone von Hartog (per vendicare anche la sorella) fallisce, non riuscendo a rintracciare il sudario di Mircalla (Ingrid Pitt). Quest'ultima, sotto mentite spoglie come Marcilla, seduce ed uccide prima Laura (Pippa Steel) poi -mutata di nuovo identità come Carmilla- si avvicina ad Emma (Madeline Smith).
"Ho descritto minuziosamente come sia morta mia sorella e di come io, barone von Hartog, ne abbia vendicato la morte. I nemici che ho combattuto non erano comuni mortali, ma assassini che venivano dall'oltretomba. Ho narrato di come questo castello diroccato (...) sia stato una volta la residenza della famiglia Karnstein e come le loro anime dannate uscissero dai loro sepolcri ammuffiti e sotto sembianze umane vagassero nelle campagne in cerca di vittime per soddisfare il loro bisogno, la loro passione, la loro sete di sangue. Ho narrato altre sì di come corteggiassero le loro vittime, pregustando il piacere di possederle succhiandone il sangue per il loro immondo banchetto. Sapevo che questi esseri quando erano sazii tornavano nelle tombe. Sapevo anche che, senza il sudario con cui erano stati sotterrati e che ricopriva i loro corpi in putrefazione, non potevano avere una sola notte di riposo..." (Von Hartog/Douglas Wilmer)
Dominato da un deciso, seppur implicito, lesbismo il film, ottimamente fotografato da Moray Grant, rappresenta il primo horror diretto da Baker, e anche il primo segmento di una serie targata Hammer ed ispirata alla novella Carmilla di LeFanu, in precedenza saccheggiata nel Vampyr di Dreyer, nel film di Camillo Mastrocinque (La cripta e l'incubo) e ne Il sangue e la rosa di Roger Vadim. In questo titolo specifico Baker approfondisce, in maniera allegorica -con l'atto di succhiare, leccare il sangue- il tema dell'omosessualità femminile, esplicitandola come propulsione all'amore libero promosso dall'affascinante Ingrid Pitt. È lei, con le sue pose, i suoi gesti, le allusive posture, i suoi sguardi languidi, le mosse feline (emblematica al riguardo la prolungata seduzione nei confronti della soggiogata, turbata, desiderata governante, come gli incubi premonitori delle compiaciute vittime) che declina il contenuto lesbico, pur nelle sole intenzioni (trattandosi di horror), più che nei fatti. La sensuale Mircalla/Marcilla/Carmilla è ben interpretata dalla graziosa (e formosa) attrice che offre, nei momenti più osé (riservati alla prima parte), un nudo integrale con messa in evidenza di natiche pressochè perfette e con accento su seni abbondanti e capezzoli irrigiditi (che fanno il paio con quelli altrettanto sexy di Laura/Pippa Steel). Peter Cushing finisce nel cast in una fase avanzata della produzione pertanto il suo ruolo è limitato e non significativo: compare brevemente all'inizio nei panni del von Spielsdorf (è il padre di Laura) e sparisce sino alle sequenze finali, nelle quali è nuovamente in campo per vendicare la morte della figlia.
"Con ciò termina la paurosa storia di Karnstein. In memoria di Isabella von Hartog, metto questo biglietto funebre tra le pagine del mio racconto, e prego che questo libro resti chiuso per sempre." (Von Hartog/Douglas Wilmer)
Curiosità
La serie di pellicole Hammer - ispirate al Carmilla di LeFanu - denominata, in seguito, "trilogia dei Karnstein" è così composta:
1) Vampiri amanti (1970) di Roy Ward Baker. Ingrid Pitt interpreta Marcilla/Carmilla/Mircalla;
2) Mircalla, l'amante immortale (1971) di Jimmy Sangster. Yutte Stensgaard interpreta Mircalla;
3) Le figlie di Dracula (1971) di John Hough. Katya Wyeth interpreta Mircalla.
Nel caso di Vampiri amanti è da rilevare come (pudicamente) il titolo italiano abbia optato per il plurale, in vece del più coerente femminile, ovvero Vampire amanti.
Disponibile in pregevole edizione Dvd Pulp Video che ne offre una versione restaurata in un bel formato anamorfico 1.85:1 e con traccia audio pulitissima proposta anche in un 5.1 rielaborato (ovviamente non perfetto ma efficace). Peccato solo che l'audiocommento al film sia privo di sottotitoli in italiano. Durata della versione: 1h27m37s.
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