Regia di Simon Wells vedi scheda film
Ennesimo, e pure più fragoroso, capitombolo in area motion capture da parte di Robert Zemeckis, qui presente solo nelle vesti di produttore con alle spalle un budget molto elevato (150 milioni di dollari) che ha finito col generare un film terribilmente elementare, volendo vedere nemmeno poi così pessimo, ma il rapporto tra intenti e risultati stride come raramente è capitato.
Milo (Seth Green) è un bambino vivace che, come la maggioranza dei suoi coetani, non da il giusto peso alle attenzioni che sua mamma ha tutti i giorni nei suoi confronti.
Ma quando quest’ultima verrà rapita dagli alieni farà di tutto per salvarla finendo con lei sul pianeta Marte dove troverà un amico che in passato subì il suo stesso destino ed una popolazione in cui le femmine dominano la scena, i maschi sono ghettizzati nei bassifondi e gli infanti vengono allevati da dei robot progettati sulla conoscenza delle madri terrestri rapite.
Credo proprio che ci troviamo davanti ad uno dei mismatch più clamorosi degli ultimi anni con una produzione imponente che ha dato vita ad un film di una banalità estrema e che pur non essendo esteticamente sciapito nemmeno giustifica una spesa così alta.
Certo qualche sorriso ci scappa, la morale è in pieno territorio disneyano (l’importanza dell’affetto che molte volte con le persone più care e vicine si fa molta fatica a palesare e che nel momento del pericolo è in grado di far superare anche gli ostacoli più impervi), il che non so nemmeno se in questo caso possa essere un bene o un male, per il resto a parte uno sfondo tecnologico freddo ma delineato (con degli equilibri sociali particolari) si fa fatica a trovare elementi positivi, o quanto meno interessanti, da portare all’attenzione.
Davvero un prodotto strano, un’operazione narcisistica e sproporzionata che dovrebbe aver dato il colpo di grazia alla motion capture e visti i risultati precedentemente conseguiti da questa tecnica, superiori in media a questo, ma raramente convincenti a tutto tondo, forse questo potrebbe essere per alcuni pure il merito maggiore del film.
Sprecato.
Inquadra in maniera intrigante lo sfondo, aiutato da una produzione imponente, ma per il resto non spicca in alcun altro modo.
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